Una delle diciture, presenti sulla lista degli ingredienti di qualunque alimento industriale per cani e gatti, sia esso un alimento secco, umido, crudo, snack, integratore, disidratato, liofilizzato e via dicendo sono le ceneri.
Una parola un po’ strana, che non si trova negli alimenti di origine animale e che ha dato adito, nel tempo, a una serie di falsi miti sul loro riguardo: dai più assurdi, come “le ceneri sono la cenere dei cani e dei gatti morti” a quelli che lasciano intendere la scarsa conoscenza della tecnologia di produzione degli alimenti, come “le ceneri sono ingredienti cotti a 400-500 gradi“.
La realtà è molto meno spaventosa: in generale, le ceneri altro non sono che i minerali presenti all’interno di qualunque alimento, e si chiamano così perché la legge vuole che si chiamino in questo modo. Se un’acqua in bottiglia fosse analizzata con i metodi che si richiedono, legalmente, per gli alimenti animali, le ceneri sarebbero il “residuo fisso”, ovvero i minerali che provengono dalla roccia che l’acqua di fonte erode.
La percentuale di ceneri è un’indicazione obbligatoria in tutti gli alimenti per animali, dai croccantini, passando per gli alimenti umidi, per gli integratori alimentari; anche sugli alimenti crudi già pronti destinati all’alimentazione animale si trova, per esplicita richiesta di legge, l’indicazione delle ceneri. Perché, naturalmente, la carne, i vegetali e gli altri ingredienti che compongono un alimento contengono minerali e, di conseguenza, contengono sempre le ceneri.
Ma quante ceneri contiene un alimento, e quante dovrebbe contenerne? C’è un valore che indica quante sono “troppe ceneri” oppure “poche ceneri”? Questo valore è importante per la salute del cane e del gatto?
Scopriamolo insieme.
Ho realizzato un video sull’argomento, che metto a disposizione qui sotto, mentre per gli approfondimenti e le fonti scientifiche e normative potete leggere il seguito dell’articolo.
Cosa sono le ceneri e come si calcolano
Per capire bene cosa sono le ceneri, bisogna per prima cosa capire qual è il metodo analitico che viene utilizzato per trovarle.
Questo metodo è definito dal Regolamento CE 152/2009, che alla lettera M spiega il procedimento, molto semplice: l’alimento, in una quantità precisa (5 grammi) viene messo in una stufa detta muffola che lo porta a 550 gradi di temperatura. Viene lasciato per tre ore, poi estratto, quindi immesso di nuovo per altri 30 minuti per verificare che il peso non sia cambiato (altrimenti l’incenerimento non sarebbe stato totale). Il procedimento ha lo scopo, appunto, di incenerire l’alimento di cui si vuol calcolare il contenuto in ceneri.
Questa alta temperatura brucia tutte le sostanze organiche: proteine, grassi, carboidrati e naturalmente l’acqua, che evapora, scompaiono dall’alimento. Quello che rimane sono praticamente solo i sali minerali, che vengono così indicati in percentuale sul totale dell’alimento. E’ vero che esistono anche test più specifici, come la spettrometria di massa, che sono in grado di valutare la quantità precisa di ogni singolo minerale presente nell’alimento, ma questi metodi (nonostante alcune aziende possano fornire indicazioni più specifiche sui minerali) non sono richiesti per legge: la normativa impone infatti ai produttori di analizzare i minerali totali presenti nell’alimento solo con questo semplice metodo.
ATTENZIONE: Una delle leggende metropolitane più diffuse vuole che i croccantini siano cotti a temperature di 400-500 gradi. Non è così, si carbonizzerebbero: i croccantini sono cotti a una temperatura che va da 80 a 200 gradi (Hand M. et al., Small Animal Clinical Nutrition, 5th ed., Mark Morris Institute, 2010, pag. 179), generalmente 130-140 (meno di un forno di casa). E’ solo l’indagine analitica delle ceneri che raggiunge temperature così alte: la piccola quantità di croccantini prelevata per l’analisi, di cui rimane solamente la componente minerale, viene poi smaltita.
Quante sono le ceneri “giuste” in un alimento?
La risposta a questa domanda è che non esiste un valore “ideale” di ceneri in un alimento, perché le ceneri dipendono dagli ingredienti iniziali: più questi sono ricchi di minerali, più ceneri saranno presenti al loro interno.
Il valore delle ceneri cambia da alimento ad alimento, e in generale gli alimenti di origine animale ne contengono di più rispetto a quelli di origine vegetale.
Si ma… quanti di più?
Serena, proprietaria di un piccolo mangimificio che ringrazio, mi ha permesso di utilizzare le analisi fatte sui propri prodotti, che comprendono anche della carne disidratata: si tratta di carne che ha subito un passaggio in essiccatore, senza alcuna aggiunta, venduta come snack masticabile per cani e gatti. Dalla percentuale di ceneri della carne disidratata è possibile risalire al valore della carne fresca.
Di seguito mostro due analisi, una riferita alla carne disidratata di cavallo, l’altra alla carne disidratata di tacchino per capire quante ceneri siano naturalmente presenti nella carne essiccata (la materia prima necessaria per produrre i croccantini):
Come possiamo vedere, le ceneri nella carne disidratata sono all’incirca del 4-6% nelle diverse carni, con una media del 5%. Per la carne fresca, considerando un’umidità del 65% (mentre la disidratata ha circa un’umidità del 10%, come possiamo vedere dalle analisi qui sopra), possiamo calcolare con una semplice proporzione un contenuto medio di circa il 2% di ceneri. In altre parole, se acquistiamo un petto di tacchino al supermercato e lo forniamo al cane e al gatto, il 2% di quell’alimento sarà costituito da ceneri (anche se questa indicazione nell’etichetta umana non la troviamo, perché fa riferimento ad una normativa diversa).
Per quanto riguarda gli alimenti vegetali, possiamo avere un’idea delle ceneri contenute attraverso la lettura del D.p.R. 187/2001, che norma la quantità di ceneri nella farina alimentare, e ci mostra come nella normale farina, utilizzata comunemente in cucina (già secca) le ceneri vadano, all’incirca, dallo 0,5% all’1,8%. Le farine vegetali secche contengono un quantitativo in ceneri minore rispetto a quelle contenute nella carne.
Proviamo a portare il discorso sui croccantini, che contengono sempre sia farina vegetale che carne essiccata (togliamo i grassi e la fibra per semplicità); facendo una semplice media, avremmo un contenuto in ceneri del 3%, indicativamente. Un valore un po’ troppo basso, che non troviamo su nessun croccantino, perché nella maggior parte degli alimenti industriali le ceneri vanno dal 5 al 9%… perché questa discrepanza?
La risposta dobbiamo cercarla nel fatto che i croccantini sono alimenti completi e non è sufficiente mettere dei minerali a caso, ma bisogna aggiungere quelli che servono al cane e al gatto. Infatti, le ceneri della carne e delle farine hanno la costante di essere povere di calcio, un elemento essenziale per i cani e per i gatti, e sono invece ricche di fosforo. Poiché i minerali già presenti (nella carne e nei vegetali) non si possono togliere, per creare un alimento bilanciato è necessario aggiungere calcio alla composizione totale.
Ma il calcio è un minerale, e andando ad aggiungerlo Si aumenta proporzione la quantità di ceneri, facendole arrivare a circa il 4-5% su 100 grammi di prodotto. Un calore ancora troppo basso rispetto a quello che troviamo sui croccantini.
I punti percentuale che mancano arrivano dalla fonte del calcio: il calcio, infatti, viene aggiunto generalmente nei croccantini sotto forma di ossa, che non apportano però solo calcio ma anche diversi altri minerali, tra cui il fosforo, che si aggiungono al conteggio totale delle ceneri.
Considerando tutti questi fattori si assume quindi che, indicativamente, un alimento (croccantino) con il 25% di proteine, con una composizione media, debba contenere all’incirca il 5-6% di ceneri sulla composizione totale.
Bisogna però anche considerare che all’aumentare della parte composta da carne (che aumenta le ceneri e che di conseguenza, sempre per il rapporto calcio/fosforo deve essere seguita da un aumento delle ossa contenute nell’alimento), al salire delle proteine salgono anche le ceneri.
E’ questo il motivo per cui non esiste un valore ideale di ceneri, e non è detto che un alimento molto ricco di ceneri sia peggiore rispetto ad uno che ne è povero.
Ma allora non è proprio possibile calcolare una quantità di ceneri “ideale” per un croccantino o un alimento umido?
In realtà un modo c’è, e anche se non è troppo indicativo ci fornisce, quantomeno, un’indicazione di massima che può essere utile. Esiste infatti un trucchetto, molto semplice, da fare con la calcolatrice, che vale solo per gli alimenti completi, che ci permette di avere un’idea generale di una quantità corretta di ceneri.
Consiste nel di dividere la percentuale di proteina grezza per quella di ceneri grezze, per ottenere un risultato che, se adeguato, va da 4 a 5. In generale, più alto questo risultato è meglio è, mentre se si abbassa eccessivamente c’è il rischio che in quell’alimento siano state utilizzate materie prime scadenti (come le farine di piume, più ricche di minerali rispetto alla carne), o una grande quantità di ossa sul totale dei prodotti disidratati indicati nella lista degli ingredienti.
Questo calcolo vale per gli alimenti completi, sia secchi che umidi che, eventualmente, crudi, che devono rispettare un rapporto standard calcolato in base alle necessità del cane o del gatto.
Non vale, naturalmente, per gli alimenti complementari, in cui il calcio non viene aggiunto, e in cui c’è tantissima variabilità: troviamo alimenti complementari che sono prevalentemente proteici, in cui il rapporto sarà molto superiore ai 5, e alimenti complementari che sono integratori di minerali il cui rapporto sarà qualcosa come 0,1, perché composti dal 90% di ceneri. Per cui non è possibile utilizzare questo calcolo sugli alimenti complementari, ma solo sui completi.
Di seguito una raccolta di rapporti, presi da croccantini e umidi completi casuali, che consentono di avere un’idea generale della qualità degli alimenti per cani e gatti.
Tuttavia, quando si esegue questo calcolo bisogna fare attenzione: il valore ci da un’indicazione di massima, ma non è definitivo, perché va considerato insieme alla lista degli ingredienti.
Le aziende, infatti, conoscono questo “trucco”, e anche il modo per evaderlo: per esempio, il rapporto si può aumentare aggiungendo delle proteine vegetali, come il glutine, che ha un alto valore di proteina grezza ma ha anche poche ceneri, e aggiungendone molto si riesce ad avere un rapporto all’apparenza molto favorevole (6, 7) con materie prime che, però, non sono di qualità.
Bisogna quindi leggere l’etichetta sempre nel suo insieme, non considerare valori singoli.
E quindi, le ceneri e questo conteggio rappresentano un buon indicatore di qualità?
In generale no, non possiamo considerare le ceneri come un buon indicatore di qualità, ma solo come un “valore di massima”, per diversi motivi:
- Il bisogno in minerali varia da animale ad animale, specialmente nei patologici, e questo significa che un alimento molto ricco di minerali che va bene per un animale non va bene per l’altro;
- Le ceneri sono un cumulo di tutti i minerali, ma non distinguono tra minerali diversi tra loro, quindi non possiamo sapere se, per esempio, un alimento è particolarmente ricco di ferro, magnesio o altri minerali, a meno che sia il produttore stesso a scriverlo. Due alimenti con pari quantità di ceneri possono contenere, per esempio, altissime o bassissime quantità di fosforo e magnesio, e di conseguenza uno sarebbe molto adatto, per esempio, per un gatto con problemi di struvite, mentre l’altro sarebbe da evitare, pur avendo entrambi la stessa quantità di ceneri.
Le considerazioni devono essere fatte, quindi, sempre in base all’animale, e non solo in base all’etichetta.
L’alimento deve essere non “il migliore”, ma quello più adatto per il cane o per il gatto, non esiste un alimento “buono” o “cattivo” in senso universale. E questo vale anche per la percentuale di ceneri.
E quindi, un alimento con ceneri basse non va automaticamente bene per animali con calcoli urinari?
In base a quanto abbiamo detto la risposta è no, purtroppo il parametro delle ceneri non è sufficiente a definire, da solo, la capacità o meno di contrastare la formazione dei cristalli. Per prima cosa perché le ceneri, come abbiamo visto, sono il totale dei minerali dell’alimento, ma solo alcuni di questi formano poi, effettivamente, il calcolo (quindi la riduzione deve essere più mirata), secondariamente perché nell’alimentazione per animali con i calcoli non si deve semplicemente diminuire i minerali, ma anche modificare l’acidità urinaria, che può favorire o sfavorire la formazione di alcuni calcoli.
Ho parlato dell’argomento in questo video, ma ricordo che è fondamentale valutare bene l’analisi delle urine, perché solo in base a quella avremo la possibilità di scegliere l’alimentazione migliore per il singolo animale affetto da questo tipo di patologia. Ricordando, comunque, che la caratteristica più importante in questo caso è bere, e da questo punto di vista un alimento umido o un’alimentazione casalinga sarà, in generale, migliore rispetto a qualunque tipo di croccantino. Croccantini specifici per i calcoli dovrebbero essere utilizzati esclusivamente nelle situazioni in cui l’animale, specialmente il gatto, si rifiuti categoricamente di mangiare qualunque altra cosa.
La mia golden retriever di 2 anni è allergica al lievito dj birra da quando aveva 1 anno …ho sempre timore che sia nei vari mangimi sotto voci non ben specificate ! Sto usando ZD della Hills
Buongiorno Nicla, grazie per il commento. Si, è possibile trovarlo sotto voci generiche, ad esempio “sottoprodotti di origine vegetale”. Di solito viene indicato come “Lievito di birra”, e viene utilizzato spesso negli alimenti come appetizzante, quindi non è raro trovarlo.
Salve, nei gattini il rapporto proteine/ceneri quanto dovrebbe essere?
E la percentuale dei grassi?
Buongiorno Federico.
Non c’è un rapporto ottimale per il p/c, mentre i grasssi dipendono dalle necessità del gattino, vanno valutati con il proprio veterinario caso per caso.
Riguardo al rapporto p/c non c’è un calore ideale perché è solo uno dei tanti parametri che si valuta nella valutazione totale di un croccantino, ma la valutazione deve essere eseguita nel totale dell’alimento, non solo per un parametro, sennò è fuorviante.
Finalmente ho capito! Una mia amica demonizza le ceneri basando l’acquisto di croccantini solo su questo parametro. Si dovrà ricredere dopo la lettura di questo articolo
Mi fa piacere, spero che la sua amica semplicemente ragionasse per sentito dire e dopo aver letto la letteratura normativa e scientifica cambi idea sull’argomento 🙂
Salve, grazie per l’articolo e il video. Vorrei sapere cosa comportano ceneri troppo alte per la salute del gatto. Loro mangiano croccantini Applaws e me li hanno sconsigliati poiché hanno appunto le ceneri alte. Grazie mille!
Buongiorno Doris. Nessun problema, non ci sono fonti scientifiche che indichino come troppe ceneri siano dannose per il gatto. Alcuni minerali, come il magnesio, in quantità eccessive possono portare calcoli urinari, però bisogna valutare il singolo nutriente, non le ceneri, quindi i minerali, nel solo complesso: chieda pure le fonti scientifiche a chi fa queste affermazioni quando le sente dire, se fosse una cosa vera dovrebbe pur essere scritta da qualche parte. Grazie mille.
Buongiorno, ho trovato il suo articolo molto interessante e volevo sottoporle questi dati per capire se siano crocchette di qualità , in quanto ho già perso un cane per un tumore al fegato e sono certa che gran parte sia stata anche colpa del cibo assunto ( crocchette vendute come di qualità) . Non potendo optare per altre soluzioni se non crocchette mi darebbe cortesemente un riscontro su questi dati? Grazie per le sue divulgazioni.
Componenti analitici: Proteina grezza 26%, Grassi grezzi 15%, Fibre grezze 3,5%, Ceneri grezze 7,9%, Calcio 1,5%, Fosforo 1,1%, Magnesio 0,13%, Acidi Grassi Omega 3 1,7%, Acidi Grassi Omega 6 3,43%. Rapporto calcio/Fosforo 1,4 – Energia metabolizzabile 3.725 kcal/kg.
Buongiorno Valeria,
Purtroppo non si possono fornire opinioni a partire solo dalla tabella nutrizionale. Mancano due parti fondamentali, uno è ovviamente gli ingredienti, l’altro è la conoscenza del cane: senza conoscere il cane non posso sapere se dei croccantini sono adatti a lui o meno. E’ necessaria una visita o una consulenza o con me, o comunque con un collega che si occupa di nutrizione ma che abbia la possibilità di approfondire la conoscenza del cane, altrimenti ogni consiglio fornito sarebbe generico.
Buongiorno il mio labrador è risultato intollerante alle ceneri grezze. In questo caso per lui un mangime con una percentuale di ceneri grezze bassa è da preferire anche scontando una qualità di proteina inferiore?
Buongiorno. Io la metto in guardia, perché come legge nell’articolo le ceneri grezze sono un’indicazione legale (non nutrizionale) che fa riferimento a tutto l’insieme dei minerali di un alimento, qualsiasi alimento. Se un cane fosse intollerante ai minerali, che peraltro compongono il suo organismo, morirebbe perché alcuni processi fondamentali, come la contrazione del cuore, dei muscoli respiratori o il passaggio degli impulsi nervosi, si basano su scambi minerai e se queste cose non avvenissero, come può ben immaginare, la condizione non sarebbe compatibile con la vita. Poiché immagino che il suo cane, per fortuna, sia vivo (seppur con qualche patologia), la invito ad approfondire come è stata diagnosticata questa intolleranza: nessun test scientificamente validato può infatti certificare un'”intolleranza alle ceneri grezze”, patologia di cui peraltro non si trova traccia in letteratura scientifica. La invito ad approfondire magari rivolgendosi ad un collega che si occupa di nutrizione per evitare la progressione di un’altra patologia, diversa, che se non trattata potrebbe portare danni al cane.
Buongiorno,
Io uso un alimento adult grain free per il mio cane ma ho alcuni dubbi in quanto, grazie a questo articolo, mi sono accorta che i valori riportati sul sito sono differenti da quelli riportati sui sacchi delle crocchette (si discostano di 2/3 punti percentuali al massimo per le diverse voci legali indicate). Inoltre ho notato come cambi radicalmente il rapporto tra proteine grezze e ceneri grezze in relazione al tipo di proteina, infatti nel maiale il rapporto è molto basso, mentre nell’angus è più alto. Volevo capire se effettivamente sono un buon alimento e se sono da alternare con una formulazione low grain.
Un esempio di quelle al maiale (con valori presi dal sito, quindi un po’ diversi da quelli sulla confezione): Proteine grezze 26%, grassi grezzi 15%, fibre grezze 3.5%, ceneri grezze 9%, umidità 8%, NFE (estratto privo di azoto) 38.5%, Omega6 1.2%, Omega3 1.4%, calcio 1,5%, fosforo 1%.
Buongiorno Laura. Purtroppo non posso valutare gli alimenti perché le valutazioni vanno necessariamente fatte con l’animale, per deontologia veterinaria, non in modo astratto, quindi non posso esprimere giudizi. Sul fatto che invece ci sia un rapporto proteine/ceneri più alto e più basso nelle due formulazioni, in quello che viene più basso utilizzano probabilmente una farina contenente ossa (o comunque una quantità maggiore di ossa) che diminuisce nell’altra variante. Sulla differenza tra i valori del sito e quelli della confezione, ha sempre valore legale la confezione, perché spesso i siti non vengono aggiornati se ci sono differenze di formulazione.
Grazie ho capito qualcosa, ma necessito chiarimenti.
Mi occupo di colonie feline a Roma regolarmente registrate allla ASL e quindi riconosciute dal Comune di Roma
Ormai sono 13 anni e tutte le sere sono in strada per circa 3 ore per 365 giorni l’anno. Non manco mai.
Alimento i gatti con prodotti umidi gr. 85 di Natural Code o monge e poi croccantini Farmina ND al pollo con farro ed avena e lascio anche Monge pollo.
Una volta o due la settimina , specialmente in inverno li alimento con dei completi. Leonardo e Miamor di zooplus.
Le colonie ormai sono formate da gatti sterilizza età media 5/ 9 anni.
In cosa sbaglio ed eventualmente cosa mi consiglia.
Invierò ad amici il Suo sito. E’ veramente di grande aiuto. Grazie
Una compenza come la Sua sarebbe di grande aiuto in una città come Roma dove le “gattare” si occupano di tutti i mici della città.
Buongiorno Maria Antonietta,
Grazie per la domanda. E’ difficile capire in che cosa sbaglia senza conoscere la situazione, purtroppo, però tutto dipende da quanto umido complementare da al giorno per gatto, e quanti croccantini: se, come suppongo, mangiano prevalentemente croccantini, e una scatoletta di umido a gatto al giorno (complementare intendo) non ci sono rischi di carenze nutrizionali. Se mangiano 5 scatolette al giorno di complementare, meglio passare ai completi. Invece per i completi, quando da quelli, non da problemi. Almeno in generale, poi per condizioni specifiche le cose cambiano, ma in generale per tutti i gatti può andare bene così.
PS: Io sono in Toscana, ma a Roma ci sono altri colleghi che si occupano di nutrizione.
Buongiorno, ho un micio che circa un mese fa ha avuto problemi di cistite.
Le analisi delle urine non erano male ma il vet curante ci ha consigliato di usare crocchette Urinary Vet ed umido sempre Urinary Ver.
Dopo un mese abbiamo rifatto gli esami delle urine e sono perfette.
Adesso una collega del nostro vet ci ha consigliato di continuare con le crocchette urinary vet e di associare piano piano delle crocchette Urinary di mantenimento.
Al negozio mi hanno consigliato di usare crocchette a BASSO VALORE DI CENERI GREZZE. A questo punto, letto il suo articolo, mi chiedo: sto facendo la scelta giusta, dando le crocchette NON URINARY di mantenimento ma con basso contenuto di Ceneri Grezze assieme alle Urinary Vet oppure è meglio scegliere una Urinary di Mantenimento senza considerare il valore delle Ceneri? Come umido invece sono tornato al classico Schesir che ha sempre mangiato prima del problema e che avevo sospeso in questo mese.
Grazie,
Buongiorno Davide, grazie per la domanda.
Direi di non chiedere ai negozianti per motivi di salute, ma al collega veterinario, anche perché al negozio le hanno fornito indicazioni sbagliate. Io non so quale sia l’alimentazione migliore nel suo caso perché non conosco la situazione (era cistite batterica? da stress? idiopatica? da calcoli? Purtroppo io queste cose non le so), ma in ogni caso il valore delle ceneri non le interessa. Se era da calcoli le possono interessare alcuni valori, ad esempio se era da calcoli di struvite le interessa che siano basse in magnesio. Ma dell’insieme di tutti i minerali non le deve importare granché.
Buonasera Dott. Guiggi,
grazie mille per i suoi preziosissimi consigli.
Ho letto in alcuni suoi articoli che un indice per valutare la qualità di un cibo completo è quella di vedere il rapporto tra proteine grezze e ceneri grezze (anche se questo valore va considerato insieme alla lista degli ingredienti).
Analizzando un alimento secco, sotto la voce TENORI ANALITICI, leggo:
Proteine grezze 33.0%, Grassi grezzi 9.0%, Fibre grezze 5.0%, Ceneri grezze 5.5%, Calcio 1.05%, Fosforo 0.7%, Sodio 0.45%, Potassio 0.65%, Magnesio 0.1%, Acidi grassi Omega6 2.0%, Acidi grassi Omega3 0.2%
Qui vengono indicate le CENERI, che ci spiegava sono sali minerali, ma sono indicati anche altri sali minerali… Il valore delle ceneri è quindi pari alla somma del valore riportato sotto la voce CENERI GREZZE con i valori riportati sotto le voci CALCIO, FOSFORO, SODIO, etc..?
Una dicitura del genere non è ingannevole, considerato che anche calcio, fosforo, sodio, etc… sono considerati CENERI? Non avrebbero dovuto indicare il valore complessivo delle ceneri, sotto la dicitura CENERI e poi aggiungere … di cui CALCIO… di cui FOSFORO, etc…?
Se così fosse il valore delle ceneri sarebbe di 8,45 e pertanto il rapporto sarebbe 33/8,45 e quindi circa 3,9… valore non eccellente…
Grazie mille
Buongiorno Cristiano. Il valore delle ceneri è il valore totale dei minerali compresi nell’alimento, nel suo caso il 5,5% dell’alimento è costituito dai minerali. Di questo 5,5%, un quinto (cioè l’1,05% del totale) è calcio, che comunque è compreso nel 5,5%, non va sommato.
Quindi il calore delle ceneri è totale, di 5,5, non deve sommare tutto arrivando al valore di 8,45%.
Buongiorno dr Guiggi, ho trovato molto interessante questo articolo, ma non riesco a capire se un alimento con ceneri grezze al 9.5 sia comunque buono.Purtroppo ho visto tardi tutto questo e al di là dei miei dubbi le racconto che ho perso da pochi giorni un gatto Sacro di Birmania di 8 anni per problemi ai reni scoperto 2 giorni prima che morisse. Il medico che lo vedeva mi diceva che non aveva problemi anche se io lo trovavo dimagrito e secondo la mia percezione urinava troppo. Io ero giornalmente al lavoro e mio marito si occupava di dare il cibo e di acquistarlo.Di solito mescolava crocchette della ultima con crocchette del ldl e a parte dava 2 tipi di umido.(sheba e umido della coop) In pratica formava 3 ciotole ,l’umido distinto dalle crocchette che erano mescolate tra loro. Poiché abbiamo l’acqua che proviene dal fiume e bevono questo tipo di acqua mio marito ,su consiglio di un’erborista, ha messo nell’acqua facendola bollire delle foglie di spaccapietre che servono per rimuovere eventuali calcoli perché aveva notato che una gattina non riusciva ad urinare. Dopo aver bevuto per 15 giorni quest’acqua la gattina aveva risolto il problema, ma il gatto che poi morì aveva invece iniziato ad urinare tanto. Quando il sabato della scorsa settimana vedendolo peggio del solito decisi di mandarlo in clinica dalle analisi del sangue, emerse che un rene era spacciato e l’altro aveva i valori sballati. Hanno provato a metterlo 24 ore sotto flebo dando ,comunque,poche speranze, hanno continuato dopo le 24 ore ma senza miglioramenti. La mattina di martedì era morto, ovviamente non essendo là non abbiamo visto cosa stava capitando. Tutto questo é stato detto perché vorrei capire dove può esserci stato lo sbaglio che non vorrei ripetere con gli altri birmani che ho qua.Dovendo inserire una nuova cucciola e un nuovo cucciolo vorrei evitare errori che portino alla morte anche altri gatti che ho con me.
Buongiorno Maria.
Non è possibile capire se un alimento con 9,5% di ceneri sia buono, nell’articolo ho spiegato il perché (veda sopra). Va valutato l’alimento nell’insieme e (soprattutto!) va valutato se l’alimento è adatto ai suoi gatti, cosa che deve fare con un collega che li conosce. Non tutti gli alimenti vanno bene per tutti. Poi, ha un’acqua di fiume di cui non so se conosce la composizione: perché finché è l’acqua comunale, dell’acquedotto, le analisi sono pubbliche e si possono vedere, ma se bevono acqua di fiume o la fa analizzare, o sceglie l’acqua in bottiglia (le cui analisi sono in confezione) per evitare problemi di questo tipo.
Per il gatto che purtroppo è deceduto, in generale da quanto scrive secondo me serviva una diagnosi, sia una radiografia per vedere se c’erano i calcoli e dove erano, e un’analisi delle urine per capire che tipo di calcolo era: la Cetrach (la spaccapietra) ha un effetto valutato, dal punto di vista scientifico, solo sui calcoli di ossalato; se lui, ad esempio, aveva la struvite (il calcolo più comune nel gatto) è come aver dato solamente acqua, non ha aiutato per niente. Poi probabilmente è andata in clinica quando ormai era troppo tardi, ma per gli altri gatti in futuro le consiglio di rivolgersi a un collega che si occupa di nutrizione e valutare, bene, con lui tutti questi aspetti in relazione ai suoi gatti (e non al “gatto” in generale, proprio ai suoi Birmani). Mi raccomando.
Salve Dott. Guiggi,
gentilmente le posso domandare un parere sul rapporto delle proteine/ceneri grezze di questa composizione?
Proteina grezza 24,50 %
Grassi grezzi 10,00 %
Fibra grezza 2,50 %
Ceneri grezze 6,50 %
Umidità 8,00 %
Calcio 1,40 %
Fosforo 0,80 %
Grazie.
Buongiorno Matteo,
Il rapporto è 3,7, quindi un rapporto diciamo medio; però non posso dare pareri, prima di tutto per motivi deontologici, ma soprattutto perché il rapporto proteine/ceneri è uno solo dei diversi parametri che si utilizzano nella valutazione di un croccantino; per il resto, la valutazione insieme alla lista degli ingredienti è comunque fondamentale.
Buongiorno dott. Guiggi.
Le sottopongo la composizione e l’analisi di un croccantino propostomi per il mio barbone grande mole di 8 mesi.
Gradirei il suo parere, soprattutto sulla quantità di NFE (spero sia un errore di stampa) e delle ceneri.
Grazie in anticipo,
Maurizio Fanin
Componenti analitici Proteina grezza 27%, Grassi grezzi 13%, Fibra grezza 3,5%, Ceneri grezze 8%, Umidità 8%, NFE 40,5%, Energia metabolizzabile 363 kcal/100 g. Acidi Grassi Omega 6 0,9%, Acidi Grassi Omega 3 2,8%, Calcio 1,4%, Fosforo 0,9%
Composizione Salmone, Eglefino e Merlano Azzurro 60% (Salmone Appena Preparato 21%, Salmone Essiccato 16%, Merlano Azzurro Appena Preparato 11%, Eglefino Appena Preparato 10% e Brodo Di Salmone 2%), Patate Dolci (20%), Patate, Polpa Di Barbabietola , Piselli (6%), Semi di Lino, Integratore di Omega 3, Minerali, Brodo vegetale, Asparagi (0,29%), Glucosamina (170 mg/kg), Metilsulfonilmetano (170 mg/kg). Condroitina solfato (125 mg/kg). Nucleotidi, Fruttoligosaccaridi (FOS, 96 mg/kg) Mannanoligosaccaridi (MOS, 24 mg/kg)
Additivi nutrizionali per kg Vitamine: Vitamina A 15.000 UI, Vitamina D3 2.000 UI, Vitamina E 95 UI; Oligoelementi: zinco (solfato di zinco monoidrato) 85 mg, ferro (solfato di ferro (1) monoidrato) 50 mg, manganese (solfato manganoso monoidrato) 35 mg. Rame (solfato di rame (11) pentaidrato) 9,5 mg, lodina (lodato di calcio anidro/loduro di potassio) 1,7 mg
Buongiorno Maurizio,
Grazie per la domanda. Ovviamente non posso dare pareri, per deontologia, senza conoscere la situazione del cane (senza seguirlo personalmente), per cui a questa domanda non posso rispondere; però gli NFE non mi sembrano un errore di stampa: Se l’alimento ha 27+13+8 degli altri nutrienti, + 9 di umidità (media), siamo in totale a 56% di tutti i nutrienti tranne i carboidrati; per cui, da conto matematico verrebbero il 44%. L’analisi è più precisa del conto mio, ma da un valore molto simile, 40,5: quel prodotto contiene si, circa il 40% di carboidrati.
Salve dottore, per un gatto sterilizzato è consigliato un rapporto proteine/ceneri maggiore o minore di quelli da lei descritti per gatti interi?
Avrebbe da suggerire un alimento completo per gatti sterilizzti?
Grazie mille
Buongiorno Jacopo,
No, perché il rapporto proteine/ceneri è un misuratore della qualità del prodotto: più è elevato meglio è (in generale) e questo vale tanto per i gatti interi quanto per gli sterilizzati. Anche perché non fa una grande differenza, vero che il castrato non ha il testosterone ma non è così impattante sul metabolismo del gatto. L’alimentazione di base non cambia, salvo (in caso di ingrassamento) ridurre un po’ le quantità.
Prodotti invece no, non posso fare nomi per non fare pubblicità ma comunque la sostanza non cambia: i gatti sterilizzati sono adulti normalissimi e non hanno bisogno di prodotti adatti a loro. Che esistono, certo, ma è una questione di marketing: spiegavo il perché qui, con le fonti normative: https://www.youtube.com/watch?v=Pfs4ZyVi1NM