Il gatto dovrebbe mangiare più umido che secco“. “Dare solo croccantini non è l’ideale per il gatto“. “Il gatto è un animale che beve poco e quindi va stimolato a bere“.

Queste tre frasi sono molto comuni, e conosciute, da chi si sia informato almeno un minimo sull’alimentazione del gatto.

L’acqua, infatti, per il gatto come per tutti gli altri animali, è fondamentale per la sopravvivenza, e anche se non ha alcun potenziale energetico rispetto ad altri nutrienti come le proteine e i grassi (non nutre, se si beve solamente si finisce per morire di fame), è il nutriente più abbondante e più importante dell’intera alimentazione. Senza acqua, la vita stessa non sarebbe possibile.

Questo è vero per tutte le diverse specie animali, dal cavallo al canarino, ma vale la pena approfondire la questione più nello specifico nell’alimentazione del gatto. Perché questa specie ha una serie di caratteristiche fisiologiche, diverse anche dal cane, che le permettono di tollerare un’ingestione di acqua minore, in proporzione rispetto ad altre specie animali, se non si stimolano adeguatamente ad assumerla.

Per questo motivo, in questo articolo approfondiremo con l’aiuto dell’opportuna letteratura scientifica, l’importanza dell’acqua nell’alimentazione del gatto e cercheremo di capire, con la dovuta documentazione scientifica, perché per un gatto è consigliabile assumere cibo umido, rispetto al cibo secco, nella propria alimentazione.

Prima di proseguire, una premessa importante: ai fini di questo articolo, con cibo umido non intendo solamente l’umido in scatola (scatolette e bustine), ma anche l’alimento casalingo, cotto o crudo, che contiene un’alta percentuale di acqua rispetto agli alimenti secchi e che quindi può essere a tutti gli effetti considerato un alimento umido.

Per chi non volesse leggere tutto l’articolo, piuttosto lungo, è possibile anche ascoltare la spiegazione in formato video.

Il gatto e l’acqua

L’organismo di un gatto, similmente a quello delle altre specie animali, è costituito per circa il 70% da acqua, con piccole variazioni legate soprattutto all’età dell’animale.

(Hand M. et al., Small Animal Clinical Nutrition, 5th ed., Mark Morris Institute, 2010, Cap. 5, Pag. 50)

L’acqua viene costantemente immessa ed emessa dall’organismo; un’entrata e un’uscita costante permettono il mantenimento delle funzioni vitali.

Una diminuzione eccessiva dell’acqua nell’organismo è letale, per il gatto come per le altre specie animali: una disidratazione superiore al 10% mette a rischio la vita stessa dell’animale, ed è per questo motivo che risulta molto importante che l’equilibrio tra l’acqua espulsa (con feci, urine, traspirazione cutanea, respirazione) sia adeguatamente compensata dalla quantità di acqua ingerita sotto forma di acqua liquida o contenuta negli alimenti.

La disidratazione eccessiva causa uno squilibrio elettrolitico incompatibile con la vita. Reece W., Duke’s Physiology of Domestic Animals, 13 Edition, 2004, Cap. 11, Pag. 111.

Il motivo per cui l’acqua risulta così importante è che essa ha una serie di funzioni fondamentali nell’organismo (Fonte: Hand M. et al., Small Animal Clinical Nutrition, 5th ed., Mark Morris Institute, 2010, Cap. 5, Pag. 50), e le principali sono le seguenti:

  • L’acqua è il solvente di tutte le reazioni biochimiche che avvengono nell’organismo. Nessuna reazione, come lo scambio di ioni che produce l’impulso nervoso, o il meccanismo della contrazione muscolare, il battito cardiaco, potrebbe avvenire in assenza d’acqua; la sua assenza “bloccherebbe” tutti i processi dell’organismo, causando così la morte dell’animale.
  • L’acqua è essenziale per tutte le reazioni chimiche che coinvolgono l’idrolisi, come la digestione delle proteine, dei carboidrati e dei grassi: le molecole si scompongono solo in acqua, e se non ci fosse acqua la reazione di idrolisi, quindi di digestione, non avverrebbe; in altre parole, se non fosse che senz’acqua un gatto morirebbe prima di sete, sarebbe comunque condannato poi a morire di fame se l’acqua non ci fosse.

L’acqua è poi fondamentale per mantenere e modificare la temperatura dell’organismo, quindi per concorrere alla termoregolazione, ha funzione lubrificante in vari comparti dell’organismo come gli occhi, le articolazioni, l’apparato digerente, le pleure e il pericardio, e permette di mantenere in salute tutte le strutture dell’organismo: senza acqua le singole cellule si “sgonfierebbero”, riducendo l’animale ad una mummia.

Non esiste un modo preciso che permetta di stimare le necessità di acqua ingerite da un gatto standard, perché sono tantissimi i fattori che modificano il fabbisogno giornaliero: la dimensione del corpo (quindi il rapporto volume/superficie che aumenta o diminuisce l’acqua persa per evaporazione), la temperatura ambientale, lo stato di salute, lo stress, l’acqua persa, eventuali patologie possono modificare anche di molto le necessità d’acqua per il gatto; per quanto non si possa stimare, però, quanta acqua debba essere bevuta da un gatto generico (ad esempio: quanto deve bere un gatto di 5 Kg?) è però possibile stimare quanti mL d’acqua devono essere bevuti dal singolo gatto (Hand M. et al., Small Animal Clinical Nutrition, 5th ed., Mark Morris Institute, 2010, Cap. 5, Pag. 50), in relazione alle sue necessità.

Questo conteggio, previa conoscenza del gatto, può essere eseguito dal Medico Veterinario che lo può sia calcolare nel gatto sano, sia in quello malato (ad esempio, per capire quanta acqua giornaliera deve essere fornita con la flebo ad un gatto ricoverato).

Come beve un gatto?

Per quanto conoscere la quantità di acqua che il vostro gatto deve bere sia un aspetto molto importante, che lo sappiate o no (se non lo sapete consiglio sempre di farlo stimare al vostro veterinario, o al veterinario che vi segue per la dieta del vostro gatto) è sempre importante ricordare la costante fondamentale, cioè che il gatto deve bere.

Il gatto beve sostanzialmente in tre modi:

  • Può ingerire l’acqua direttamente, dalla ciotola o dalla fontanella;
  • Può assumere l’acqua presente negli alimenti. Tutti gli alimenti contengono acqua (a parte gli oli liquidi e solidi, che ne contengono quantità trascurabili), ma la quantità totale può cambiare. In generale nell’alimento fresco, come ad esempio la carne cruda, si ha all’incirca un 65-70% d’acqua, che può aumentare o diminuire nell’alimento cotto in base al metodo di cottura; gli alimenti umidi generalmente ne contengono di più (75-85%) mentre gli alimenti secchi, come i croccantini, ne contengono molto meno (circa l’8-10%).
  • Quando mangia assume inoltre l’acqua metabolica, cioè quella che si libera con la digestione dei nutrienti. E’ un valore fisso, di 0,55 g per ogni grammo di glucosio ossidato, 1,07 g per ogni grammo di grasso e 0,4 per ogni grammo di proteine. Se un gatto mangia 50 grammi di proteine “pure”, completamente prive di acqua, otterrà comunque circa 20 grammi d’acqua derivante dalla digestione delle proteine stesse.

Potrebbe quindi sembrare che l’acqua metabolica, acqua “creata dal nulla”, per così dire, possa essere utile alle necessità del gatto: in realtà non è così, perché l’acqua metabolica concorre solo per circa il 10% al fabbisogno totale dell’organismo, quindi è poca; il resto dell’acqua deve essere assunto da una combinazione di alimento e ingestione diretta.

Ma se la maggior parte delle specie animali, tra cui il cane, sono in grado di regolare molto bene in modo autonomo la quantità d’acqua ingerita, quindi di compensare bevendo di più quando l’alimento è povero di acqua, ci sono vari studi che mostrano come il gatto sia diverso, e questa capacità è molto limitata in questa specie.

Quanto beve un gatto con il cibo secco e umido?

A causa dell’alta capacità di concentrare le urine, quindi di riassorbire acqua all’interno del rene per mandarla nuovamente in circolo, il gatto può resistere molto più di altri animali alla disidratazione (Fonte: Hand M. et al., Small Animal Clinical Nutrition, 5th ed., Mark Morris Institute, 2010, Cap. 5, Pag. 52); questo è un fattore che può abbassare molto il fabbisogno vitale di acqua nel gatto. Il risultato è che il gatto beve di più se assume un alimento molto ricco di acqua, beve molto meno se deve compensare per conto proprio, bevendo dalla ciotola, un alimento povero di acqua.

Se la quantità d’acqua contenuta in un alimento umido supera la quantità contenuta nelle prede naturali del gatto (circa il 70%, come evidenziato da questo studio), quella contenuta nel secco è inferiore, di molto; questo costringe il gatto ad assumere acqua diversamente, dalla ciotola o dalla fontanella.

Estratto dello studio sopra citato che calcola la quantità d’acqua media nelle prede naturali del gatto.

Tuttavia, l’acqua che assume dalla ciotola è in quantitativo molto minore rispetto a quella che assumerebbe con le prede: gli studi differiscono per i risultati finali, ma c’è una costante: si stima che l’acqua totale, sommata tra quella contenuta nei croccantini e quella della ciotola, vada solamente dalla metà ai due terzi di quella che verrebbe assunta dalla preda.

Libro

Il gatto recupera solo la metà dell’acqua che recupererebbe da una preda quando nutrito con l’alimento secco. Little S., August’s Consultations in Feline Internal Medicine, vol 7, 2016, Pag. 601, Cap. 62. Riferimento a questo studio.

Studi più specifici hanno valutato l’ingestione totale di acqua con la dieta in relazione all’umidità presente nella dieta di base.

In questo studio sono state somministrate diete a diversa umidità a vari gatti, quindi è stata valutata l’ingestione di acqua totale, compresa quella bevuta a parte, nel corso della giornata.

Valutazione dell’ingestione totale di acqua giornaliera in relazione all’umidità presente nella dieta di base.

Possiamo vedere come i quantitativi di umidità più bassi della media presente nella preda del gatto (diete con il 6,3%, il 25,4% e il 53,2% di umidità) portavano ad un’ingestione giornaliera di acqua di circa 105 ml, mentre la dieta che supera la quantità d’acqua media della preda portava ad un’ingestione di 150 ml, circa 1/3 di acqua in più rispetto alle altre diete.

Altri studi hanno valutato il rapporto tra l’ingestione di acqua rispetto alla sostanza secca (cioè all’insieme di proteine, grassi e tutti gli altri nutrienti, escludendo l’acqua): se nel cibo secco l’acqua ingerita variava dalle 2 alle 2,8 volte rispetto alla sostanza secca, con il cibo umido l’acqua ingerita andava dalle 3 alle 5,7 volte rispetto alle sostanze nutritive, portando così ad un’idratazione molto maggiore.

Raccolta di studi riguardanti il rapporto tra l’ingestione di acqua e quello di sostanza secca. Nutrient Requirements of Cats, National Academy Press, 1986, Cap. 3, Pag. 29.

Infine, un ultimo interessante esperimento (Zentek J. Untersuchungen zum Mineralstoffhaushalt der Katze unter besonderer Berücksichtigung des Magnesiums, Tesi di Laurea) ha confermato questi valori, valutando l’assunzione totale di acqua sommata tra quella contenuta nell’alimento e quella assunta a parte. E’ stata valutata anche la quantità di urina emessa.

In rosso la quantità d’acqua ingerita dall’alimento, rispettivamente secco e umido. In arancione, l’acqua aggiunta con l’assunzione dalla ciotola. L’acqua presente nell’alimento umido, da sola, superava già il totale dell’acqua ingerita nel totale della giornata del gatto alimentato con dieta secca (i valori sono considerati in mL per chilo di peso).

Il corrispondente volume di urina prodotta con le due diverse diete.

Nel complesso, quindi, diversi studi hanno mostrato una differenza significativa per l’assunzione di acqua in relazione alle diverse diete con cui il gatto viene nutrito.

Ma se il 10% di disidratazione è mortale, e il gatto alimentato con la dieta secca beve circa il 30% in meno rispetto al gatto in natura o che mangia umido, perché non muore?

La risposta sta nella grande capacità del gatto di concentrare le urine. La concentrazione delle urine è la conseguenza di un riassorbimento renale di acqua che permette all’organismo di utilizzarla nuovamente. Bevendo meno, il gatto urina meno, quindi recupera l’acqua di cui ha necessità che può essere immessa di nuovo nel circolo sanguigno ed utilizzata per le necessità dell’organismo.

Tuttavia, questo sistema non è ottimale ed è da intendere solo come un sistema di compensazione: se succede sporadicamente non ci sono problemi, ma una scarsa assunzione cronica di acqua può avere delle conseguenze sulla salute del gatto, che rendono quindi preferibile un’alimentazione con cibo umido rispetto a quella con il cibo secco.

Le conseguenze della scarsa assunzione di acqua

Ci sono diverse conseguenze, alcune molto chiare, altre meno considerate: vediamo quali sono le conseguenze più comuni dell’alimentazione esclusivamente secca per un gatto.

  • I calcoli urinari e le cistiti: sono la conseguenza maggiormente sperimentata dai proprietari. Un’assunzione di acqua inferiore porta ad urine più concentrate, meno voluminose, con due conseguenze importanti: una maggior concentrazione delle urine stimola l’aggregazione delle sostanze presenti e favorisce la formazione dei calcoli; inoltre un numero inferiore di minzioni (bevendo meno, il gatto urina meno volte al giorno) lascia più tempo a disposizione per la loro crescita, come mostrato in questo studio. In questo studio, invece, si mostra come le recidive di cistite idiopatica, in gatti che ne hanno già sofferto, si abbassano con un’alimentazione di tipo umido rispetto ad un’alimentazione secca.
  • La mancanza di acqua favorisce l’obesità: come mostrato in questo studio, l’utilizzo di alimenti secchi (che sono meno voluminosi proprio per la mancanza di acqua) stimola un’alimentazione maggiore, e di conseguenza un aumento del peso, con le varie conseguenze di cui abbiamo parlato.
  • La costipazione: una quantità d’acqua maggiore nelle feci consente di renderle più morbide, ed evitare in questo modo la costipazione (Hand M. et al., Small Animal Clinical Nutrition, 5th ed., Mark Morris Institute, 2010, Cap. 64, Pag. 1123). Una scarsa assunzione di acqua favorisce invece la formazione di feci più dure.
  • La persistenza di patologie in atto: molte patologie anche comuni, come evidenziato in questo studio, come le lesioni o gli interventi chirurgici, ma anche le infiammazioni croniche, causano una perdita d’acqua maggiore del normale, che deve essere recuperata; un quantitativo limitato di acqua rende difficile compensare a questa mancanza, e quindi limita la rigenerazione dei tessuti dell’organismo (le reazioni chimiche necessarie per la rigenerazione avvengono in acqua, se il solvente è minore avvengono con maggior difficoltà). Questi fenomeni si accentuano negli animali anziani, che tendono in generale a mangiare e a bere meno (riducendo quindi ancora di più l’acqua introdotta nell’organismo).

I rischi dell’utilizzo di un’alimentazione esclusivamente secca, legati ad una scarsa assunzione di acqua, quindi, ci sono e devono essere tenuti in considerazione.

Naturalmente, non sono rischi vitali immediati (come dimostrano i tantissimi gatti nutriti solo a croccantini), che comparirebbero solo se al gatto venisse tolta del tutto la possibilità di bere dall’esterno, per cui togliere immediatamente il secco a un gatto che magari non mangia l’umido è sbagliato (mette a rischio, ad esempio, di lipidosi epatica, una patologia legata alla mancata alimentazione che può essere letale in pochi giorni).

Tuttavia, anche se i rischi non sono immediati, devono comunque essere tenuti in considerazione perché nel lungo periodo la scarsa assunzione di acqua può far insorgere i problemi che abbiamo menzionato; non c’è urgenza, ma aumentare l’acqua assunta attraverso gli alimenti, e quindi la quantità di alimento umido a disposizione del gatto, dovrebbe essere una priorità per i proprietari di gatti che assumono esclusivamente alimento secco.

Cercare, quindi, di sostituire parzialmente o anche completamente l’alimento secco con l’alimento umido è una buona regola da considerare, per preservare al meglio la salute del gatto.

Questo non vuol dire necessariamente togliere del tutto l’alimento secco: vuol dire, piuttosto, non dare solamente l’alimento secco al gatto, cercando di aggiungere nella sua dieta anche una certa quantità di alimento umido. Il rapporto secco/umido deve essere stimato sulla base delle necessità idriche del gatto e quindi, come già menzionato in precedenza, è opportuno conoscere per il proprio gatto sia la quantità d’acqua che dovrebbe bere al giorno, sia valutare l’alimentazione che si utilizza per riuscire a fare in modo che, effettivamente, il gatto assuma quella quantità.

Infine, un altro approccio per capire se il gatto sta bevendo poco è anche quello di far valutare il peso specifico delle urine, attraverso le analisi; è un modo sicuramente utile (come abbiamo visto, se il gatto assume meno acqua con l’alimentazione le urine si concentrano di più, e questo fa aumentare il valore Peso Specifico alle analisi; quando è molto alto, indica che il gatto sta bevendo poco). Tuttavia, le analisi delle urine si fanno solo se necessario, o comunque con periodicità piuttosto lunghe (una volta all’anno) per finalità di controllo: risulta quindi molto più pratico, per il proprietario, sapere come alimentare al meglio il proprio gatto anche il relazione alla quantità di acqua assunta, così da poter gestire al meglio, nel complesso, la sua alimentazione e salvaguardare al massimo la sua salute.

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