Uno degli argomenti relativi all’alimentazione del cane e del gatto per cui i proprietari hanno maggior interesse, anche “trascinati” dall’interesse per la questione in medicina umana, sono gli Omega 3. Si tratta di acidi grassi, in generale, utili per la salute del cane e del gatto, per diversi aspetti, in particolare legati alle patologie.
Ed è proprio per questo che sono conosciuti: la loro utilità nelle dermatiti, malattie renali, malattie articolari, infiammazioni croniche intestinali li rende ricercati e importanti sia in associazione alle terapie farmacologiche che nelle situazioni in cui i farmaci non vengono utilizzati.
In questa pagina, tuttavia, cercheremo di comprendere meglio qual è il loro ruolo nell’organismo del cane e del gatto, ponendo l’attenzione sugli animali sani, senza considerare le variazioni indotte dalle diverse patologie.
Tra le domande più comuni che mi vengono rivolte dai proprietari ci sono richieste come: E’ importante integrare gli Omega 3 nella dieta? Qual è il quantitativo corretto per il mio cane o il mio gatto? E se non li aggiungo, che cosa succede? Qual è il rapporto con gli Omega 6, ed è vero che gli Omega 3 sono buoni e gli omega 6 dannosi?
In questo articolo cercherò di rispondere a queste domande. Se preferite guardare al leggere, ho anche realizzato un video sull’argomento.
Acidi grassi Omega-3 ed Omega-6: cosa sono
Per prima cosa, bisogna capire velocemente di che cosa stiamo parlando. Gli acidi grassi Omega 3 sono una categoria di acidi grassi (a loro volta, molecole appartenenti al più ampio gruppo dei grassi o lipidi). Sono dei grassi insaturi, cioè acidi grassi che hanno almeno un “doppio legame” tra i loro atomi di carbonio (se non ne hanno, si parla di grassi saturi).
Gli gli acidi grassi sono lunghe catene di atomi di carbonio, e il nome della categoria dipende dal punto in cui si trova il doppio legame. Nella catena, il primo atomo di carbonio si chiama alfa, l’ultimo si chiama omega.
Contando dalla fine, cioè dal carbonio Omega, si cerca il primo doppio legame: se corrisponde al terzo carbonio (quindi se lega il terzo e il quarto tra loro) si parla di Omega 3. Se il primo legame corrisponde al sesto carbonio, abbiamo un Omega 6. E poi possiamo avere un Omega 7, un Omega 9 e così via, a seconda della posizione del primo legame doppio contando dal fondo.
Prima di proseguire, una precisazione su un’incomprensione comune: gli acidi grassi polinsaturi, tra cui Omega 3 ed Omega 6, non sono i soli grassi esistenti. Esistono infatti anche grassi insaturi che non appartengono a queste due categorie (Omega-7, Omega-9), e poi ci sono i grassi saturi, che non avendo doppi legami non rientrano nella nomenclatura “Omega”, ma sono quelli che vengono assunti maggiormente dall’animale nell’alimentazione, con il grasso presente nelle carni.
Omega 3 e Omega 6: perché sono importanti nell’alimentazione?
La particolarità di alcuni acidi grassi Omega 3 ed Omega 6 sta nel fatto che gli animali, compresi cani e gatti, non riescono a produrli ma sono in grado solamente di trasformarli; questo significa che devono necessariamente assumerli con l’alimentazione. Per questo motivo si parla di acidi grassi essenziali.
Anche a questo livello, ci sono delle incomprensioni comuni da parte dei proprietari, che è opportuno chiarire:
- La prima è che Omega 3 ed Omega 6 sono essenziali entrambi. Spesso, parlando con le persone, mi rendo conto che si tende a pensare che gli Omega 3 facciano bene, mentre gli Omega 6 siano dannosi. Non è così: entrambi questi grassi sono essenziali per l’organismo del cane e del gatto, in quanto precursori di strutture fondamentali. Il problema, nel caso, è il rapporto tra loro, ma una dieta senza Omega 6 sarebbe carente come una dieta senza Omega 3.
- La seconda precisazione è che non tutti gli Omega 3 sono essenziali, né tutti gli Omega 6 sono essenziali. Gli acidi grassi essenziali, infatti, sono solamente tre: l’Acido Linoleico, o AL, che è un Omega 6, e l’Acido alfa-linolenico, o ALA, che è un Omega 3. Nel gatto, al posto dell’Acido Linoleico risulta essere essenziale l’Acido Arachidonico, o AA, che è un altro Omega 6. Solo loro, non gli EPA e i DHA, più famosi ma che vengono invece definiti “essenziali condizionali” come vedremo tra poco. Questo significa che gli Omega 3, che sono tanti e diversi, non si possono scambiare liberamente tra di loro.
Per quanto riguarda il gatto, i ricercatori ritengono insufficiente la conversione di Acido Linoleico in Acido Arachidonico, il che rende l’Acido Arachidonico essenziale nella sua alimentazione (Hand M. et al., Small Animal Clinical Nutrition, 5th ed., Mark Morris Institute, 2010, pag. 101), a differenza del cane che può sintetizzarlo a partire dall’Acido Linoleico .
Perché gli omega-6 sono essenziali?
Gli acidi grassi omega-6 sono essenziali perché sono i precursori dei cheratinociti, che si trovano nella pelle ed hanno una funzione protettiva per l’organismo, e anche per la struttura delle membrane cellulari stesse, perché sono precursori dei fosfolipidi che compongono le membrane cellulari. Inoltre, dall’Acido Arachidonico, che deriva dall’Acido Linoleico, si producono gli eicosanoidi (tra cui le prostaglandine, le prostacicline i trombossani e i leucotrieni). Si tratta di molecole importanti per l’infiammazione, e voglio ricordare che l’infiammazione, quando non è eccessiva o inutile, è un processo difensivo per l’organismo, è positivo: se un cane si taglia, è importante che si crei un’infiammazione intorno alla ferita, che faccia arrivare più sangue e sostanze nutritive per contrastare gli agenti infettanti che arrivano dall’esterno e per rigenerare, al contempo, la ferita. L’infiammazione viene contrastata (con gli antinfiammatori) solamente quando ritenuta inutile (Case L., Canine and Feline Nutrition, 3° ed, 2010, pag. 83).
Perché gli omega-3 sono essenziali?
Per quanto riguarda gli Omega-3, invece, l’Acido alfa-Linolenico sembra essere utile soprattutto perché, una volta convertito, è in grado di produrre anch’esso eicosanoidi, mediatori dell’infiammazione.
Mediatori che hanno però l’effetto opposto a quelli prodotti dall’Acido Linoleico, ovvero hanno la capacità di diminuire le infiammazioni.
Anche l’Acido alfa-Linolenico contribuisce alla salute della pelle, dell’apparato riproduttore e, tramite i suoi derivati, allo sviluppo e al mantenimento del sistema nervoso.
Quanti Omega 6 e Omega 3 servono al cane e al gatto?
I fabbisogni, stando alle conoscenze scientifiche attuali, non sono ben definiti, ma sono solamente stimati, sia nel cane che nel gatto. Si stima (Case L., Canine and Feline Nutrition, 3° ed, 2010, pag. 84) che l’Acido Linoleico (o l’Acido Arachidonico, nel gatto), quindi l’acido grasso essenziale Omega-6, debba costituire almeno l’1% della dieta, mentre l’Acido alfa-Linoleico, l’Omega 3, ne costituisca almeno un venticinquesimo, lo 0,04%. In realtà, negli ultimi anni i ricercatori ritengono che il rapporto ottimale (non quello minimo) tra le due famiglie sia molto più a favore dell’Acido alfa-Linolenico, che dovrebbe essere lo 0,2% sul totale della dieta, circa un quinto rispetto all’Acido Linoleico (nel cane) o all’Aacido Arachidonico (nel gatto).
Quando si parla di Omega-3 ed Omega-6, infatti, è importante considerare il rapporto tra loro, parlando non tanto di quantità singole (magari espresse in grammi), ma di rapporto tra Omega 3 e Omega 6. Perché si fa questo?
Per due motivi, principalmente.
- Il primo motivo è che le loro funzioni sono più o meno opposte, e se non si rispetta un certo rapporto gli effetti degli eicosanoidi derivati dagli Omega 6 diventano sbilanciati rispetto a quelli derivati dagli Omega 3 (ad esempio, favorire molto l’infiammazione rispetto all’effetto antinfiammatorio).
- Il secondo motivo è l’attività di uno specifico enzima, per cui entrambe le famiglie competono.
L’enzima si chiama Delta-6-Desaturasi, ed è il primo di una catena che trasforma gli Omega 3 e gli Omega 6 nei rispettivi successori.
In pratica, è come un operaio che, in una fabbrica, deve gestire non una, ma due linee produttive: se il lavoro da fare è tanto, la conversione diventa poco efficiente. Inoltre, tanti più Omega-6 ci sono rispetto agli Omega-3, tanto più verranno “lavorati” gli Omega 6 e non gli Omega 3, così che anche i loro derivati saranno sbilanciati. L’aumento o la diminuzione di una delle due famiglie deve quindi sempre considerare gli aumenti o le diminuzioni dell’altra.
Generalmente, i nostri animali non hanno carenze di Omega-6, perché questi sono abbondanti negli alimenti che mangiano.
Il motivo è da ricercare nell’allevamento degli animali di cui si nutrono: il mais è un’ottima fonte di omega-6, e poiché la maggior parte degli animali (polli, suini, bovini con l’insilato) sono nutriti per lo più con alimenti a base di mais avranno molti più Omega 6 che non Omega 3 nella loro carne. Quando gli animali sono allevati allo stato brado, invece, generalmente hanno più Omega 3 perché li possono prendere da alcune piante (tra cui il lino, ma anche i frutti secchi indeiscenti (la “frutta secca”), e alcune graminacee) che trovano in natura. E’ per questo che nella maggior parte dei casi si cerca di aumentare la dose degli Omega 3 lasciando invariata quella degli Omega 6, facendo naturalmente attenzione a non “ribaltare” il rapporto.
Si, perché l’eccesso di Omega-3 può avere degli effetti collaterali anche importanti, come ci ricorda questa fonte scientifica.
La soluzione per ovviare al problema sembra semplice: aggiungiamo Omega-3!
In realtà non è proprio così. Si, perché aggiungere un Omega 3 o un altro alla dieta non è la stessa cosa: l’attività dell’enzima Delta-6-Desaturasi non è mai ottimale, e questo fa sì che aggiungere alla dieta Omega-3 sotto forma di Acido alfa-linolenico per migliorare il rapporto in realtà si “scontra” con la scarsa attività dell’enzima. Se l’enzima non lavora gli acidi grassi essenziali e non li trasforma questi non hanno alcun effetto nell’organismo del cane e del gatto se non quello di essere immagazzinati sotto forma di grasso.
In altre parole, è inutile fornire al cane grandi quantità di olio di lino, che contiene l’acido alfa-linoleico, quando la sua capacità di conversione è comunque limitata; infatti, benché le percentuali di conversione siano basse (meno del 10% di ALA ingerito viene lavorato), se superiamo una certa soglia di somministrazione si raggiunge la capacità massima di lavoro dell’enzima e i derivati comunque non aumentano.
Per ovviare al problema, è necessario aggiungere gli Omega 3 già lavorati, tra cui i più importanti sono gli EPA e i DHA.
Gli Omega-3 EPA e DHA
L‘acido eicosapentaenoico, o EPA, e l’acido docosaesaeonico, o DHA, sono gli acidi grassi più importanti (ma non sono i soli) tra quelli derivati dall’Acido Alfa-Linoleico.
Non sono essenziali perché cani e gatti li possono produrre anche da soli; tuttavia si ritengono “Essenziali Condizionali” perché (Case L., Canine and Feline Nutrition, 3° ed, 2010, pag. 83) in alcune fasi della vita, cioè la prima crescita, la gravidanza e la lattazione, l’organismo non è in grado di produrne abbastanza da soddisfare i fabbisogni. Solo in queste fasi, quindi, diventano essenziali.
Per il resto delle fasi della vita, ci sono dei dosaggi raccomandati che si consiglia di raggiungere nelle diete, per evitare lo squilibrio con gli Omega 6, soprattutto. Anche in questo caso si parla sempre di stime, per cui considerando la non essenzialità e il fatto che non ci sono dosaggi precisi non abbiamo nemmeno evidenze di patologie quando questi dosaggi minimi non vengono raggiunti.
Come raggiungere un rapporto Omega-3 / Omega-6 ottimale?
Cercare di raggiungere un rapporto ottimale secondo le conoscenze scientifiche attuali, naturalmente, è in generale una cosa positiva, avremo formulato l’alimentazione migliore possibile, però in alcune situazioni vale la pena di porci delle domande: è opportuno, per esempio, cercare di somministrare ad un gatto un integratore di Omega-3 quando non lo vuole, forzandolo a mangiarlo e attivando i meccanismi di stress? Raggiungeremo la dose nutrizionale raccomandata, certo, ma probabilmente causeremmo altre patologie dovute allo stress che sono peggiori rispetto a quelle che sarebbero causate da una carenza di EPA e DHA.
Se l’animale non ha problemi e vogliamo raggiungere le dosi raccomandate, inoltre, bisogna considerare anche da dove si reperiscono gli EPA e i DHA: gli alimenti “comuni”, a parte il pesce, non ne contengono molti, e per questo tanti proprietari si affidano alle “perle”, che hanno EPA e DHA più concentrati, oppure all’olio di pesce (di solito olio di salmone). A questo proposito bisogna ricordare chele “perle” non sono tutte uguali, perché è sempre necessario valutare la concentrazione di EPA e DHA in esse contenuta; se è troppo bassa, o se diamo troppe poche perle (c’è chi le fornisce una volta ogni X giorni) non raggiungeremo la dose raccomandata comunque.
Inoltre, se il cane e il gatto hanno delle patologie la dose necessaria perché gli Omega-3 siano effettivamente utili nel contrasto della specifica patologia cambia in base alla patologia e alle alterazioni metaboliche che questa provoca, per cui c’è necessità di un medico veterinario per calcolare la dose corretta ed efficace, altrimenti rischieremo di fornire una dose insufficiente di EPA per le necessità dell’animale: vedo spessissimo cani malati di 30 chili che assumono una dose di EPA e DHA forse sufficiente per un gatto (forse).
Fornire troppi pochi EPA o DHA è come non fornirli a fatto, e il dosaggio deve essere calcolato sulla base delle conoscenze scientifiche attuali e adattato alla situazione del singolo animale.
Se fornisco il pesce posso evitare di fornire le integrazioni, se voglio raggiungere le dosi raccomandate di EPA e DHA?
La risposta a questa domanda non è semplice da fornire, e dipende da due fattori:
- Qual è il fabbisogno in omega-3 dell’animale;
- Quanti sono gli omega-3 nel pesce, perché tra i diversi pesci c’è una bella differenza.
Parlando dell’animale, con i pesci giusti si può riuscire, senza problemi particolari, a raggiungere la dose raccomandata sia nel cane che nel gatto, purché l’animale sia sano, perché se è malato la richiesta può diventare così alta che è impossibile raggiungerla solo con il pesce, e allora c’è necessità delle integrazioni.
Tornando però al sano, come regola generale i pesci più grassi (dove con pesce grasso si intende il pesce che ha almeno l’8% di contenuto in grassi, Cabras P., Martelli A., Chimica degli Alimenti, p. 383-384) hanno un buon contenuto in EPA e DHA rispetto ai pesci magri come il Merluzzo (che avendo poco grasso contiene, di conseguenza, pochi Omega 3). La cottura, se c’è, deve essere se possibile veloce, perché causa l’ossidazione degli Omega 3 e ne riduce la quantità. Molto influisce anche il fatto che il pesce sia allevato o pescato, e il metodo di allevamento e di alimentazione.
Tuttavia, con i pesci giusti si può riuscire a raggiungere la dose di EPA e DHA raccomandata senza ricorrere alle integrazioni.
Calcolando, ad esempio, la dose raccomandata in base a questo studio scientifico si scopre che per un cane di 10 Kg si raccomandano 170 mg di EPA e DHA al giorno.
100 grammi di sarde, secondo le tabelle nutrizionali, ne contengono 500 milligrammi, per cui la dose minima raccomandata su base settimanale (1200 mg di EPA+DHA, all’incirca) si raggiunge con 240 grammi di sarde a settimana. Non sono tantissime, per un cane di 10 chili, che scegliendo il pesce giusto può raggiungere la dose di Omega-3 raccomandata senza ricorrere ad alcun tipo di integrazione.
Questo conteggio è solo un esempio e, chiaramente, quello corretto per voi deve essere eseguito da un medico veterinario, considerando tutti gli altri fattori. L’esempio mostra però che raggiungere la dose raccomandata di EPA e DHA nel cane e nel gatto è possibile anche senza alcuna integrazione.
E’ troppo difficile: non ci ho capito nulla!
Da Medico Veterinario, lo capisco benissimo.
L’argomento Omega-3 e Omega-6 non è affatto semplice da affrontare, anche solo per comprendere meglio la situazione dal punto di vista scientifico. Le semplificazioni non aiutano, perché spesso si riducono a conclusioni del tipo “Fornisci Omega-3 al tuo cane per farlo stare bene!”, che è una frase sbagliata sia perché non si valuta la qualità degli Omega-3, sia perché non si considera il rapporto con gli Omega-6, sia perché le integrazioni alimentari vanno fornite prendendo in considerazione un’alto numero di fattori.
In questo articolo ho provato a spiegare la questione in modo più semplice possibile ma evitando inutili semplificazioni, sperando di essere riuscito almeno a dare un'”indicazione di massima” sull’argomento.
Se avete domande o siete interessati a saperne di più potete chiedere nei commenti, e cercherò di rispondere nel modo migliore possibile. Se, invece, siete interessati a saperne di più sulla situazione specifica del vostro cane o del vostro gatto, potete contattarmi per una consulenza nutrizionale online o per una visita veterinaria nelle strutture di riferimento.
Buongiorno, un’integrazione di Omega 3 può essere utile per migliorare una lieve gengivite cronica in gatto FIV+? Si può aggiungere il contenuto della perla al cibo o è necessario che venga ingerita intera? Grazie, saluti.
Buongiorno. L’azione degli omega 3 è quella che legge nell’articolo, quindi antinfiammatoria, per cui anche se non ci sono basi specifiche per la gengivite cronica in generale si, può migliorare. L’EPA, cioè il grasso che ha questa azione, è dentro la perla, l’esterno è solo un rivestimento, quindi indipendentemente si può bucare la perla oppure fornirla intera, dipende dal gatto. Grazie!
Il mio pastore tedesco 2 anni pesa 32 kg , ha insufficienza pancreatica . Sto usando vitality 1000 , quante compresse dovrei dare al giorno ? Chiedo perché dopo aver letto il suo articolo mi rendo conto di avere buttato all’aria 1 mese , io ne davo una al giorno . Grazie mille
Buongiorno Loretta, grazie per la domanda. Purtroppo non posso rispondere senza conoscere la situazione clinica del cane, cioè il motivo per cui la da e il resto della dieta: questa è una domanda da rivolgere al collega che la segue per la nutrizione. Perché se è solo di bilanciamento potrebbe anche essere sufficiente, se è a dose terapeutica mi sembra pochina visto il peso; però non posso saperlo con certezza, deve chiedere il conto preciso del fabbisogno in EPA+DHA che le può fare il collega che la sta già seguendo (quantomeno è la soluzione più rapida).
Bene , grazie! Il dubbio sull’involucro era che potesse servire per”salvaguardare” il contenuto rispetto al processo digestivo iniziale. Il gatto è allergico al pesce ma è un cibo che ama: è stato felicissimo di questa aggiunta sull’umido! Se non si verificheranno problemi dermatologici, proseguirò. Ogni perla contiene 500 mg di EPA e 250 mg di DHA, per il gatto che pesa 4,2 kg e che, a parte la gengivite, è in buona salute, ritiene sia una quantità sufficiente per svolgere un generico effetto antinfiammatorio?
No, l’involucro è collegene bovino che nello stomaco viene digerito, come le altre proteine. Però le faccio notare una cosa che ha scritto: “allergico al pesce”; non si è allergici al “pesce”, sarebbe come essere allergici alla “carne” o alle verdure. Si è allergici a un pesce specifico, o a una famiglia di pesci, non sono tutti uguali. Per l’effetto antinfiammatorio, gli EPA lo hanno sempre però hanno più difficoltà a raggiungere alcuni comparti dell’organismo rispetto ad altri, per cui le dosi di EPA da fornire dipendono in primo luogo dalla localizzazione della patologia che si vuole andare a trattare.
Io davo al mio cane ribes per recovery per il pelo e perché da piccolo aveva la rogna, la veterinaria mi ha detto di fare due cicli all’anno, potrei sostituirle con omega 3 e omega tris?
Buongiorno Valentina, grazie per la domanda.
Diciamo che i prodotti non sono così diversi (il prodotto al ribes che usa contiene un acido che si chiama acido gamma-linolenico come principio attivo ed è un Omega-6, ma ha azione antinfiammatoria simile a quella dell’acido eicosapentaenoico che trova negli Omega-3 comuni – e che è un Omega-3), ma qui mi devo fermare: le indicazioni sulla fattibilità nel caso specifico vanno chieste alla collega che la segue, io non conosco purtroppo la situazione e non posso dare indicazioni specifiche.
Oh, scritto così pare talmente ovvio che si debba pensare alla specie del pesce, eppure non mi era venuto in mente! Farò qualche tentativo. Intanto sembra averne tratto beneficio, non so se sia possibile in cosi breve tempo o se è solo una coincidenza… Semmai la contatto in privato per il caso specifico. Grazie per informazioni e disponibilità 🙂
Cane a cui è stato di recente diagnosticata una insufficienza renale cronica verosimilmente su base genetica, quale dose di omega 3 potrebbe essere utile per contrastare patologia per ora silente con lievi alterazioni nel sangue e segni nell’ eco renale?
Buongiorno Sandra,
Va fatta calcolare dal collega che la segue, va in base a diversi fattori. Consideri che più che altro abbassa la pressione leggermente, permettendo al rene con problemi congeniti di filtrare meglio (questo fanno gli Omega3 in questa situazione).
Salve per un gatto sano e a scopo preventivo( se si può) quale deve essere la dose consigliata?
Buongiorno, grazie per la domanda. Dipende dal gatto, da quanti omega 3 ha già nella sua dieta e da quanti omega-6, perché conta il rapporto. Esiste un calcolo per la dose consigliata a scopo preventivo, ma non è un valore fisso, bensì dipende da diversi parametri e va calcolato gatto per gatto (lo stesso vale per il cane).
Salve,
Sarebbe utile integrare omega 3 in un cane di 30 kg che presenta prurito e perdita di pelo localizzata nella zona occhi, muso e zampe anteriori? Il ribes pet aveva sortito effetto positivo un anno fa, il ribes simbyo durante il passaggio alla stagione estiva è stata acqua fredca. Ad ogni cambio di stagione si presenta lo stesso problema. Temo abbia la pelle secca al punto da prudere. La alimento adesso con croccantini al pesce, acana pacifica, ma ogni 5/6 mesi cambio marca mantenendo sempre il pesce. Molte grazie.
Buongiorno Arianna, si, se gli altri prodotti funzionavano, poiché hanno un meccanismo d’azione simile, può essere probabilmente utile. E’ importante, naturalmente, il corretto dosaggio per avere un’efficacia.
Salve dottore,
assodato che le carni degli animali d’allevamento (mi riferisco in particolare a mammiferi erbivori e volatili) a causa del tipo di alimentazione che viene loro fornita presentano un rapporto omega6/omega3 fortemente sbilanciato a favore dei primi e che questo rapporto è invece più equilibrato negli animali che vivono allo stato brado e si cibano di ciò che trovano in natura, mi chiedo, per quello che riguarda l’alimentazione felina, se e in quale modo ovviare a questo squilibrio nel caso volessimo evitare di ricorrere a integratori di omega3.
Nello specifico, da un paio d’anni alimento i miei gatti con carni crude bovine e avicole e moderatamente anche relative frattaglie, più un tuorlo d’uovo a testa alla settimana, più latte intero che bevono a piacere, avendone sempre a disposizione.
So che di solito viene sconsigliato caldamente per via della carenza di lattasi nel gatto dopo lo svezzamento, ma anche rispescando dai miei ricordi di bambina, i nostri gatti hanno sempre bevuto latte; in decenni e decenni di convivenza felina non ho mai riscontrato problemi o inconvenienti di sorta causati dal latte.
Non ho invece mai somministrato integratori; ho solo provato con le perle Omegor Vitality, ma i miei gatti le hanno schifate fin da subito, ragion per cui la prima (e ultima!) somministrazione e stata a forza, il che mi è subito parsa una pessima modalità; se avessi persistito avrei trasformato il momento del pasto in un momento di grande stress e per di più avrei perso la loro fiducia, e non mi sembrava proprio il caso, quindi ho rinunciato e non ci ho mai più riprovato.
Tenuto conto che i miei gatti non gradiscono neppure il pesce, di qualunque tipo sia e che, ad eccezione di una compressa di lievito di birra, non ricorro ad altri integratori,…e non vorrei ricorrervi, come posso calcolare approssimativamente il rapporto omega6/omega3 della loro attuale alimentazione?
Mi rendo conto di aver scritto un papiro e me ne scuso!
Grazie per l’attenzione.
Buongiorno Viola, grazie per la domanda. Il latte viene sconsigliato colloquialmente, ma ci sono delle quantità precise che il gatto tollera: da qui la sua esperienza personale. Ho approfondito la questione qui: https://www.youtube.com/watch?v=Z6vEGo-FQH8.
Per quanto riguarda invece gli integratori, dipende dal rapporto O6/O3 presente nell’alimentazione del gatto: nella maggior parte dei casi, questo rapporto si riesce a bilanciare solamente fornendo del pesce, con frequenza più o meno alta, per bilanciare. Nel suo caso non lo mangiano, quindi il ricorso all’integrazione può essere utile, però consideri che si tratta di un’integrazione, nel caso, molto sporadica, perché gli integratori sono molto concentrati, di solito, molto più dei valori che rispecchiano le esigenze nutrizionali di un gatto. Però per dosarli dovrebbe calcolare il rapporto o farsi aiutare da un collega che si occupa di nutrizione.
Per il calcolo, questo si basa sulle tabelle nutrizionali a disposizione (non potendo conoscere la variabilità individuale del singolo pollo o bovino che viene fornito), nonché della presenza o assenza di cottura nell’alimento. Considerando la quantità degli alimenti può reperire la quantità di O6 e di O3 presenti in tutti gli alimenti, e in quel modo avrà il rapporto. E’ un calcolo un po’ ostico ma ci può riuscire, altrimenti anche in questo caso può farsi aiutare da un collega che si occupa di nutrizione e che ci è abituato (e che in generale è molto più veloce nel farlo e può rispondere nello specifico, per i suoi gatti, a queste sue domande).
Buongiorno,
vorrei sapere l’utilità di omega 6 e omega 3 in caso di insufficienza renale di un gatto. L’integrazione di entrambi potrebbe essere utile o in tale patologia è opportuno integrare solo Omega 3? Pare che gli integratori irc siano solo Omega 3. Nel caso specifico uso Ribes Pet quindi una base vegetale e mi chiedo anche se per il gatto vada bene o se sia necessario un olio di pesce.
Grazie molto della risposta
Buongiorno, la letteratura scientifica consiglia di integrare gli Omega-3 (intesi soprattutto come Acido Eicosapentaenoico), però alcuni acidi grassi Omega-6 (come l’Acido Gamma Linolenico, presente nel prodotto che cita) possono avere effetti simili agli Omega-3, per cui l’integrazione può non essere sbagliata. Quello che conta è da un lato la molecola che fornisce (non tanto la categoria, quindi Omega-6 od Omega-3), dall’altro il dosaggio, che dipende (oltre che dal gatto in sé) anche dalla quantità di Omega-6 che assume dalla dieta. Per la questione animale o vegetale, gli acidi grassi insaturi di origine animale tendono ad avere molto più effetto di quelli di origine vegetale, ma questo si traduce, anche in questo caso, in due dosi terapeutiche diverse: la dose terapeutica degli oli di origine animale è quindi più bassa rispetto a quella degli oli di origine vegetale a parità di gatto e di stato della patologia. Comunque è una situazione che per essere precisi va valutata con un medico veterinario che ha la possibilità di valutare la situazione generale del gatto.
Buongiorno ho uno spitz nano di circa 2 kg , ho comprato l’olio di salmone vorrei gentilmente sapere quante volte alla settimana posso darglielo e il dosaggio .Grazie per la risposta .Cordiali Saluti Massimiliano
Buongiorno Massimiliano, grazie per la domanda. Purtroppo non lo posso sapere, né il numero di volte a settimana, né quanto: per dare questa risposta sarebbe necessario prima stimare un apporto calorico, poi vedere il resto della dieta e quindi, se ci sono, valutare la presenza di eventuali patologie. Altrimenti è difficile rispondere per un cane che non si conosce e non si è mai visto.
Buongiorno,ho un cane di quasi 60 kg che soffre di piodermite e dermatite in genere.. può essere utile un integrazione di Omega-3 e in che dosaggio?io ho incominciato a dare una capsula al giorno di un omega 3 ad uso umano che utilizzo io. Grazie e buon lavoro
Buongiorno Francesco,
Questa è una domanda che deve rivolgere al collega che la segue. Perché non lo so, nel senso che se c’è dermatite può essere utile ma avendo uno scopo antinfiammatorio se c’è piodermite (quindi proliferazione di batteri piogeni) ci sta anche che vada a peggiorare. Probabilmente prima va risolta la piodermite, poi può essere utile. Però ne parlerei con il collega, possibilmente per il dermatologo, che la segue.
salve inanzitutto grazie per l’articolo molto utile..per l’argomento abbastanza complicato haha..ho un barboncino di 11 anni, pesa 6 kg circa …da qualche anno ormai mangia cibo preparato da me, perche non ne vuole sapere di crocchette anche a causa di un problema ai denti…di recente ha sofferto di un dolore alla colonna vertebrale in particolare zona cervicale…quindi anche per prevenzione per future osteoartiti mi ero decisa ad integrare nella sua idea l’omega 3 tramite integratore..perche il pesce lo odia…
di solito mangia 100 grammi di carne o piu al giorno con verdure cotte o crude tipo zucca,carote,…e ogni tanto qualche uovo sodo….secondo lei quale sarebbe la dose consigliata di omega3 ?
Buongiorno Valentina,
Grazie per la domanda. I dosaggi li posso fare solamente se conosco il cagnolino, e se ho avuto la possibilità di valutare la dieta, perché oltre che in base al peso e alla patologia che ha (di cui comunque serve vedere la documentazione clinica, insomma serve almeno una visita) dipendono dalla dieta totale. Da come me l’ha scritta peraltro non sembra essere bilanciata, per cui le consiglio di rivolgersi a un collega che si occupa di nutrizione per farla bilanciare, prima di tutto, e poi per farsi calcolare al contempo la dose necessaria di Omega per il cagnolino.
Buongiorno, il mio cane ha 13 anni ed ha problemi cardiaci e tumore a fegato e milza. Da circa una settimana si rifiuta di mangiare, riesco con fatica a fargli mangiare un po’ di pollo frullato.. è molto debole e mi chiedevo se l olio di pesce potesse aiutare ad invogliarlo a mangiare e soprattutto a recuperare un po’ di energie. Grazie
Buongiorno Linda,
Mi dispiace, ma su una situazione del genere non posso essere d’aiuto. L’alimentazione per le neoplasie è strettamente dipendente dal paziente, e in alcuni casi l’olio, anche come appetizzante, è utile, in altri può essere dannoso, per esempio per la funzionalità epatica. Un consiglio in questo senso può essere dato solamente dai colleghi che conoscono la situazione clinica in modo preciso, diagnosi, terapia e anamnesi, altrimenti un consiglio dato alla leggera può rischiare di fare danni anche gravi.
Salve dottore e scusi il disturbo.
Ho un gatto maschio di 4 anni che pesa 6 Kg e presenta della forfora sul dorso accompagnata dal pelo un poco unto. Vorrei acquistare un prodotto che si chiama Omega Pet della N.B.F. Lanes. Come dose giornaliera basta una capsula o meglio due e per quanti giorni dovrei farla assumere? Il gatto non ha altre patologie e vive in casa. La sua alimentazione è composta da croccantini di alta qualità e buste di umido composte da sfilaccetti in brodo al naturale di salmone o pollo e tonno. La ringrazio molto per l’attenzione. Cordiali saluti
Buongiorno Lory,
Grazie per la domanda. Io farei per prima cosa una visita veterinaria, perché prima in questi casi si fa una diagnosi cercando di capire qual è il problema e, se il problema risulta essere legato ad una carenza di acidi grassi essenziali, allora può integrare con dosaggi che, però, le deve fornire il collega di riferimento (sarebbe impossibile per me che non conosco il gatto). Se invece il problema non fosse legato all’alimentazione ma ad altro, la terapia potrebbe essere diversa; per questo, sia per evitare di spendere dove non serve, sia per evitare un peggioramento di un’eventuale patologia, ne parlerei con il collega che la segue.
Buongiorno Dottore,
Ho una gatta di 17 anni affetta da IRC, pesa 3,6 kg, la veterinaria mi ha detto di integrare con omega 3 e 6,
La gatta sta già assumendo:
Probinul 5 neutro
Renal P
Vigorpet
Fortekor
Qual è la dose giusta di omega 3 e 6 da somministrarle?
Grazie
Buongiorno Antonella,
Io la ringrazio per la domanda, ma la dose deve essere calcolata dal collega che la segue in base sia allo stato della patologia (esami del sangue, visita clinica), sia in base alla dieta che attualmente sta seguendo. Io purtroppo non conosco la gattina, non l’ho visitata, a meno di seguire io personalmente non posso fare dosaggi, andrei a caso e non mi sembra il massimo per una gattina con patologie.
Buongiorno,grazie per l’articolo in cui è stato molto chiaro.
Vorrei chiederle conferma di ciò che ho trovato in letteratura: per un cane sano, adulto, che mangia pesce è corretto dire che necessiterà di 100/150 mg di epa e dha per kg di peso metabolico? O sarebbe più opportuno inserire altre variabili come età e calcolare nel dettaglio l’assunzione giornaliera di omega 3 e 6?
Ovviamente parlo di cani sani, esenti da patologie.
La ringrazio
Buongiorno Camilla,
Rispondo rapidamente quindi non son sicurissimo, ma la letteratura sui dosaggi, il lavoro di Bauer, dovrebbe essere nell’articolo qui sopra. Mi sembrano tanti, cioè mi sembra una dose da patologie, in via fisiologica lui consiglia di rimanere sui 30 mg/Kg di peso metabolico (da cui si toglie comunque la quota già fornita con gli alimenti, se si danno tramite integrazione).
Buongiorno, è vero che troppi omega 3 abbassano le difese immunitarie?
Buongiorno, è vero, ma al solito non la prenda come informazione sterile, va contestualizzata. Trova la letteratura scientifica proprio qui nell’articolo, l’ultimo link sopra alla foto del mais (scorra in alto).
Buongiorno, il mio cane di 7 anni poiché allergico a vari tipi di carne mangia crocchette con alta percentuale di salmone,mangia anche snack al salmone e integro con un paio di cucchiai al giorno di olio di salmone durante la stagione invernale. Secondo lei può essere corretta come alimentazione? Grazie
Buongiorno Gemma, la ringrazio per la domanda ma purtroppo non posso sapere se è corretta per lui. Non conosco il cane, senz’altro sarà stata aiutata da un collega nello scegliere l’alimentazione: il collega conosce il cane e sarà in grado di aiutarla sicuramente meglio di me.
Buongiorno, ha consigli su come somministrare le perle di omega 3 ad un cane schizzinoso? ho provato anche ad aprirle e mettere il contenuto sui croccantini,ma come sente l’odore rifiuta il cibo
Buongiorno Marina. Di solito si mettono al lato della bocca, tra denti e guancia, così che per il cane sia difficile sputarle e sia costretto ad ingoiarle, insomma come si fa con medicinali amari o comunque poco appetibili. Oppure li mescola a qualcosa già di per sé forte come odore, come l’acqua di cottura della carne, o la ricotta, chiaramente se gli piacciono.
Buonasera,
Il mio simil pastore tedesco di 11 sta assumendo cicli di cortisone per il lupus, è utile integrare la cura o alternarla con gli omega 3?
Buongiorno Sara,
Sconsiglio fortemente con una malattia autoimmune di cambiare terapia da sola, senza sentire il collega che la segue. Secondo me l’integrazione è ridondante (cioè, il cortisone rimane più forte e di fatto aggiungere gli omega non serve), alternare mi sa che l’effetto antinfiammatorio degli omega risulterebbe essere troppo blando. Non sono tanto ottimista, però naturalmente senza conoscere la situazione è difficile: ne parli con il collega che la segue, o comunque per approfondire con un collega che si occupa di ematologia.
Grazie per tutte le informazioni, articolo molto interessante! Vorrei sapere se andando a integrare troppi Omega 3 e 6 nell’alimentazione di un gatto ci si non effetti collaterali, e nel caso, quali sono?
Buongiorno Michelle,
Si, ci possono essere, ma ho messo la letteratura, è il link qui nell’articolo (scorra su) subito sopra alla foto del mais.
Buonasera dottore,
su consiglio dei miei vet, utilizzo da tempo per i miei gatti più anziani con valori renali border line integratori di omega 3 in perle su cui mi hanno lasciata libera di scegliere. Io mi trovo bene con kcmega3 , della pharmacross che ha una concentrazione di epa/dha rispettivamente70% -8%. Ultimamente sto considerando un altro prodotto che dicono essere più puro però per uso umano (Omegor vitality 500) però con concentrazione molto diversa di epa/dha (rapporto 2 a 1). E’ indicata per i gatti? Ho letto che molti proprietari la usano, e la maggior parte dei veterinari non la conoscono…Vorrei avere delucidazioni in merito al rapporto giusto su epa e dha nel gatto.
Grazie infinite.
Buongiorno Barbara, purtroppo non posso fare riferimento ai prodotti commerciali, però in generale il rapporto EPA/DHA cambia da patologia a patologia, per cui va visto caso per caso. Nel suo caso, cioè di problemi renali, in generale l’Omega3 che ha più azione è l’EPA (dalla letteratura disponibile), per cui non dovrebbero esserci problemi, ma una valutazione specifica la deve fare il collega che la segue perché bisogna vedere la situazione singola.
Buongiorno, la mia gatta 7 anni (sphinx) ha sempre mangiato umido pesce.. perchè rifiuta la carne ! Ora con Proteinuria un pochino alta ed altri valori normali, vorrei integrare Omega 3 ! Il mio dubbio : nell’Omega 3 : sono contenute tracce di mercurio (come nel pesce) ? Posso optare per un Omega 3 vegetale?
Buongiorno Irma, grazie per la domanda. Per prima cosa andrebbe capito se c’è la necessità di integrare gli Omega-3 e poi calcolato la quantità, non può andare a caso o scegliere lei, il calcolo deve essere effettuato dal collega che la segue per avere scopo terapeutico. Per il mercurio, tracce di mercurio se analizza qualunque tipo di alimento ne trova, non è il problema delle tracce ma delle grandi quantità; nell’olio generalmente questo problema non c’è perché il metilmercurio si accumula nella parte proteica delle masse muscolari, non nel grasso.
Invece per gli Omega-3 vegetali non può usarli (Acido Alfa-linolenico, generalmente) perché il gatto non li sa convertire nella forma attiva (Acido eicosapentaenoico), quindi necessariamente deve averli convertiti un altro animale per lui. L’alternativa è il krill, che non è un pesce ma un crostaceo.
Ma ne parli con il collega che la segue, le spiegherà tutto e farà i calcoli del caso, dicendole anche se c’è necessità.
Buongiorno,
il mio cane 35 kg 8 anni ha sempre un poco di forfora e perde molto pelo. mi hanno detto di integrare all’alimentazione omega 3. ma quanti mg al giorno devo dargli. Grazie.
Buongiorno Valentino, è una domanda da fare al collega che le ha fornito l’integrazione. A parte che solitamente quando c’è perdita di pelo sono importanti gli Omega-6, perché sono quelli che contribuiscono alla salute del pelo, ma comunque il dosaggio deve essere fornito dal collega che segue il cane, io non lo conosco quindi non lo posso sapere.
Buongiorno, il mio gatto di 4 anni da sempre ha pelo un po’ruvido, sembra quasi un po’ infeltrito ma il veterinario non ha riscotrato la presenza di patologie. potrebbe essere utile l’integrazione con omega 3 e omega 6?
Grazie mille per la risposta che potrà darmi
Lorenza
Buongiorno Lorenza. Dipende se il collega ha valutato una carenza dietetica di Omega-6 (gli Omega-3 servono a poco per quello che chiede). Se c’è una carenza lo stato del pelo migliora, se non c’è carenza non cambierà nulla, ma dipende dalla situazione specifica.
Gentile Dottore Guiggi, sono in attesa della sua consulenza fra circa tre settimane e non vedo l’ora … nel frattempo il mio cucciolo a pelo corto di cinque mesi ha ricevuto un morso sulla fronte. Il veterinario ha tosato la zona e fatto rimarginare la ferita che quasi non si vede più. Il problema è che il pelo tosato pare non accenni a ricrescere (ha tosato una zona di circa tre cm di diametro, mentre la ferita era poco più di un centimetro) L’integrazione con omega 3 e omega 6 potrebbe giovargli ? Premetto che per ora il cucciolo mangia crocchette con l’aggiunta di un po’ di pollo o manzo o merluzzo e qualche uovo. Nel caso potessero giovargli per la ricrescita del pelo consiglia un’integrazione alimentare con pesce tipo salmone o sarde o quella farmacologica con capsule?
Buongiorno Italia, grazie per la domanda. Da come lo descrive non sono tanto ottimista; il pelo impiega fisiologicamente 30-50 giorni a ricrescere, e il tempo non è dovuto all’alimentazione ma al tempo che ci vuole al follicolo pilifero per farlo crescere; la carenza di omega porta a perdere il pelo che c’è già, quindi se il problema fosse una perdita eccessiva di pelo potrebbe essere utile, ma qui la perdita non è spontanea, è dovuta al morso; quindi ritengo poco utile l’integrazione. Conti anche che nel punto della ferita, dove il tessuto connettivo sostituisce l’epitelio, quindi dove c’è la cicatrice, il pelo non ricresce (proprio come capita per le cicatrici a noi persone che rimangono tutta la vita).
Gentile Dottor Guiggi, la contatto per la mia gatta di 18 anni a cui è stato diagnosticato ipertiroidismo a inizio Agosto, ed inoltre, pur essendo stata borderline nei valori dei reni per diverso tempo, ora si stanno alzando piuttosto velocemente.
Per darle un’idea, il 3 Agosto erano
TT4 5,2 (0,8-4,7)
CREA 2,8 (0,8-2,4)
BUN 39 (16-36)
e il 31 Agosto erano
TT4 4,4 (0,8-4,7)
SDMA 17 (0-14)
CREA 3,2 (0,8-2,4)
BUN 49 (16-36)
Per la tiroide devo dare lo sciroppo Apelka.
Per i reni, i veterinari hanno consigliato Duomega, ma io ho provato diverse volte con siringa senza ago, e tutte le volte la mucosa esterna della bocca si arrossa, si gonfia e si formano croste nere nell’arco di 2 giorni. Ne ho concluso che sia allergica a un qualche componente dell’olio di pesce. In più si aggiunge il fatto che ne è nauseata ed ha conati di vomito persino quando mi avvicino con la siringa.
Avrei voluto provare a darle la capsula intera per evitare il gusto e l’odore, ma non so come fare ed ho paura che si affoghi.
Inoltre, negli ultimi 3 mesi ha perso peso, almeno 300gr (l’ultima volta pesava intorno ai 5.5kg), e pur cercando il cibo, ora mangia poco e a fatica.
Il veterinario non ha suggerito alternative per gli acidi grassi o altre terapie aggiuntive, e temo che i valori si siano alzati ancora di più. Abbiamo un altro esame del sangue a breve.
Ci sono alternative di acidi grassi che potrei considerare per aiutarla a rallentare il decorso dell’insufficienza renale?
La ringrazio molto per l’attenzione,
Un saluto
Buongiorno, grazie per la domanda. La degenerazione renale ha una causa, può essere l’età, può essere batterica, può essere una lesione, le cause sono tante ma quello che è importante è che deve individuare quella che causa al degenerazione. Conoscendo la causa i colleghi potranno indicarle se ci sono altri acidi grassi adatti, se serve una terapia farmacologica, se è necessario fare qualcosa di diverso… però serve una diagnosi specifica, come prima cosa, altrimenti non è possibile rispondere (non tanto per me che non conosco la situazione, ma nemmeno i colleghi che la seguono).
Buongiorno dottore
ho una cagnolina di 6 anni che ha lussazione alle rotule non operabile, molto difficile da gestire in quanto cammina poco e caricando molto ovviamente le due zampe anteriori
Mangia crocchette superpremium con semi di lino come fonte grassa e proteina di agnello…faccio fatica a trovare in altre crocchette una formulazione adeguata di Omega 3 e 6. Il rapporto di Omega 3 (0,5 %)sono SEMPRE di gran lunga inferiori a quelli degli Omega 6 (2,2%)
Mi può dare un suggerimento di integrazione in quanto l unico mangime con Omega 3 superiori agli Omega 6 è di una marca troppo commerciale e con troppi sottoderivati per cui non mi fido.
Integrare con del salmone 3 volte a settimana basterebbe?
La Ringrazio molto dell aiuto
Malighetti
Buongiorno, grazie per la domanda.
Ho letto la sua domanda, e posto che non posso consigliare alimenti e integrazioni se non in visita o consulenza, le do comunque delle informazioni che spero possano esserle utili.
La canina ha un problema articolare, e se intende fornire degli Omega-3 a dose antinfiammatoria ce ne vogliono tantissimi e vanno assunti tramite integrazioni; né quelli presenti nei croccantini, né quelli presenti nel salmone sono sufficienti per raggiungere una dose terapeutica adeguata come da indicazioni in letteratura. Le integrazioni sono fondamentali, in questo caso.
Per i croccantini, inoltre, deve considerare un altro aspetto: gli omega-6 sono sempre di più degli Omega-3 perché la normativa questo richiede (quindi è normale che trovi sempre questa proporzione, non ci sono alternative); inoltre gli Omega-3, come leggeva nell’articolo, non sono tutti uguali e quelli del lino (acido alfa-linolenico) non sono uguali come effetto terapeutico a quelli di origine animale (acido eicosapentaenoico). Inoltre, gli omega-3 presenti nei croccantini tendono a calare con il tempo, essendo acidi grassi polinsaturi sono tendenti all’irrancidimento. Per questi motivi, suggerisco fortemente di chiedere un’integrazione al collega che la segue, o comunque di contattare un collega che si occupa di nutrizione per una modifica apposita dell’alimentazione.
Grazie Dottore è stato molto gentile a rispondermi subito e soprattutto esaustivo nelle risposte. Mi piacerebbe poter impiegare materie prime per la dieta di questo cane ma dovrei farmi seguire . Se può inviarmi in privato i costi di un eventuale consulenza la ringrazio molto
Approfitto per augurarle Felice 2022
Buongiorno, grazie mille. I costi li trova in questa pagina: http://valerioguiggi.it/consulenza-online/ . C’è anche l’indirizzo mail al quale contattarmi per la richiesta, poi via mail le dico le tempistiche. Però un appunto: secondo me la consulenza ha senso solo se vuole proprio cambiare dieta, perché se la necessità è solo aggiungere l’integratore secondo me è un po’ alto: solo per l’integratore, se chiede il dosaggio corretto al collega veterinario che la segue già glielo dice lui (lo dico soprattutto per correttezza).
Grazie mille per queste preziose informazioni! Ho solo una domanda: è meglio dare gli integratori di omega3 al cane durante i pasti oppure lontano dai pasti?
Buongiorno Mary, grazie per la domanda. E’ indifferente perché vengono assorbiti comunque, il loro assorbimento non va in base al pH come accade invece per alcuni farmaci, per cui si fa la distinzione.
Buongiorno cosa ne pensa dell’olio di krill? somministro al mio cane di 11 anni con qualche problema alle articolazioni omegor vitality all’olio di pesce ma vorrei sostituirlo con l’olio di krill.
Con il krill ho visto che contiene meno DHA e EPA ma penso sia più potente e disinfiammatorio
Buongiorno Lorenzo. Quello che penso io non conta nulla, conta quanto indica la letteratura scientifica che correla la potenza dell’effetto antinfiammatorio alla quantità di EPA+DHA (sommati). Se l’olio di krill ne ha meno, l’effetto antinfiammatorio è inferiore, non so su che base pensava che potesse essere superiore (ha trovato qualche fonte in questo senso?).
Buongiorno Valerio, grazie per le informazioni riportate sempre molto interessanti. Volevo chiedere un parere riguardo agli integratori di Omega 3 di origine microalgale in cui è dichiarato il contenuto in EPA e DHA, quindi vegetali ma non contenenti ALA bensì EPA e DHA. Possono rappresentare una fonte alternativa a quelli a base di olio di pesce, in particolare nei gatti? Grazie mille
Buongiorno Marzia,
Allora, l’ALA è essenziale sia per il cane che per il gatto, mentre EPA/DHA non lo sono anche se in caso di terapia possono essere utili; comunque, dato che l’EPA è un derivato dell’ALA, probabilmente l’ALA c’è comunque, solo che l’azienda non l’ha cercato per titolarlo (ma c’è, essendo il precursore).
E per rispondere alla domanda, in dosi adeguate (che vanno calcolate animale per animale) certo che può essere un’alternativa: ne parli con i colleghi che la seguono, gliene calcoleranno la dose.
Buongiorno Dottore, al mio cane Eurasier maschio di 1 anno e 22 kg che non mangia pesce, somministro una capsula al giorno di pescetarian omega 3 della solgar che contiene 1350 mg di olio di pesce, 742 mg di omega 3 di cui 405 mg di EPA e 270 mg di DHA: è corretto come dosaggio?
Grazie