Tra i problemi più frequenti, e anche evidenti per il proprietario, che possono interessare un cane o un gatto, c’è sicuramente la diarrea. Si tratta di una situazione sperimentata da tutti i proprietari, e poiché è uno dei sintomi più facilmente individuabili dal proprietario, che la nota molto bene, la tendenza è quella di preoccuparsi fin da subito e a cercare immediatamente dei rimedi a questo problema.

La diarrea è una condizione, un disturbo della defecazione (il più comune), che porta alla produzione di un elevato volume di feci o a una diminuzione della loro consistenza. Se il sintomo è, tuttavia, solamente uno, le cause possono essere tantissime. Spesso i proprietari sono portati a pensare a cause alimentari (il cane ha mangiato un pezzo di formaggio da terra, e il giorno dopo ha avuto la diarrea, quindi il formaggio gli ha provocato la diarrea); spesso, poi, si scopre che le cause sono altre, ma per capire bene il funzionamento della diarrea è opportuno capire, più nello specifico, quali sono i meccanismi che la causano.

In questo articolo ci chiediamo quindi: da dove nasce la diarrea? Quali sono i meccanismi che la causano, insomma perché l’intestino, ad un certo punto, smette di fare il suo lavoro come sempre e inizia a produrre feci più liquide del solito?

Le cause della diarrea si possono classificare in vari modi, e spesso vengono classificate in base all’eziologia, cioè all’agente che ha scatenato la diarrea: ad esempio Salmonella, Giardia, Parvovirus o un alimento a cui il cane o il gatto è allergico. Questa non è tuttavia l’unica classificazione che viene fatta in medicina, e infatti questo articolo, per comprendere meglio la natura di questo sintomo, utilizza una classificazione diversa.

Analizzerò infatti la diarrea dal punto di vista fisiopatologico, cioè cercando di capire il meccanismo con cui la diarrea si verifica.

Ho scelto questa modalità perché ho notato che spesso i proprietari, non comprendendo il meccanismo, cercano in tutti i modi di limitare il problema; tra le soluzioni fai-da-te ci sono l’assunzione di probiotici, prebiotici, addensanti fecali, a volte addirittura farmaci (spesso umani o derivanti da prescrizioni veterinarie precedenti). Se il rimedio è quello giusto la situazione può migliorare (attenzione, però: molte diarree sono autolimitanti e migliorano indipendentemente dall’aver dato qualcosa!), ma spesso non ci sono miglioramenti e, anzi, a volte i rimedi fai-da-te arrivano a peggiorare il problema, che magari sul problema sembra essere risolto e ricompare dopo tre o quattro giorni, perché… evidentemente, non era affatto risolto.

Si può capire il perché di questo problema solo conoscendo la fisiologia dell’intestino: vediamo come, aiutati dalla fonte scientifica-base che utilizzerò per tutto l’articolo: Washabau R., Day M., Canine and Feline Gastroenterology, 2012 pag. 100-101.

Di seguito un video che ho realizzato sull’argomento, per chi preferisse ascoltare; se volete leggere, potete continuare scorrendo nella pagina.

Cos’è la diarrea?

Iniziamo da una domanda che può sembrare semplice, ma non è immediata dal punto di vista medico: che cos’è la diarrea? Per qualcuno è una malattia, per qualcun altro un “disturbo”, per altri un problema, altri proprietari ancora non sanno dare una risposta.

La diarrea, dal punto di vista medico, è un sintomo, ovvero la manifestazione di una patologia all’interno dell’organismo; più precisamente, è un disturbo della defecazione, che provoca una diminuzione della consistenza delle feci oppure un aumento del loro volume. In quanto sintomo, non è una malattia, anche se può essere causata da diverse malattie, e non esiste una terapia unica per tutti i tipi di diarrea. 

Questo è un punto fondamentale: prima di cercare “rimedi per la diarrea nel cane” su Google, è importante che ricordiate questo. La diarrea non è una malattia, la malattia, se c’è, deve essere scoperta; per questo, solo dopo aver fatto una diagnosi si può capire se i rimedi che sono stati scelti sono davvero quelli che servono per la diarrea che ha il vostro animale. Se sono quelli sbagliati non solo sono inutili, ma possono anche ritardare la risoluzione del problema!

 

 

Le tipologie di diarrea

Chiarito questo punto fondamentale, cerchiamo di capire quali sono i meccanismi con cui la diarrea ha origine.

L’intestino, come probabilmente, è un lungo tubo all’interno del quale passano gli alimenti, più o meno digeriti a seconda della loro natura, che man mano vengono assorbiti dalle pareti dell’intestino. Durante il loro passaggio, all’alimento si uniscono delle secrezioni (l’acido gastrico prima, le secrezioni biliari, pancreatiche e intestinali successivamente), e si aggiungono anche degli inquilini del tratto digerente (per lo più batteri); questi, insieme al materiale indigerito, alle sostanze di scarto, alle sostanze create dai batteri intestinali stessi e a un po’ d’acqua, costituiscono le feci, che vengono poi espulse.

Per quanto riguarda l’assorbimento, tra tutte le sostanze assorbite nell’intestino, l’acqua viene assorbita in grande quantità nell’ultima parte dell’intestino, e questa funzione è assolta principalmente dal colon, che costituisce la quasi totalità dell’intestino crasso del cane e del gatto. Nel colon, inoltre, vengono assorbiti i minerali e altre sostanze, tra cui quelle prodotte dai batteri intestinali.

Schema dell’apparato digerente del cane. Il colon è l’ultima parte dell’intestino, che ha tra le sue funzioni quella di riassorbire acqua; le feci verranno quindi trattenute nell’ultimo tratto intestinale (il retto) in attesa della defecazione, se sono abbastanza solide da poter essere trattenute.

Quando il meccanismo di assorbimento funziona, l’acqua viene assorbita fino ad un certo punto, fin quando la sua quantità non rimane più del 75% dell’intera massa fecale (le feci sono costituite per lo più da acqua). Questo porta ad avere delle feci sane, con la classica consistenza cilindrica. Se il meccanismo di riassorbimento, però, non funziona bene, nella maggior parte dei casi l’acqua non viene riassorbita a dovere, quindi rimane all’interno delle feci che risulteranno così più liquide perché, banalmente, contengono più acqua del normale.

I meccanismi riconosciuti come cause della diarrea sono quattro, e a seconda delle cause possiamo riscontrarne uno solo o, in certi casi, anche più di uno contemporaneamente. Sono la diarrea osmotica, la diarrea secretoria, la diarrea essudativa e la diarrea da alterata motilità. Non fatevi spaventare dai nomi complessi, ma cercate di comprendere meglio i meccanismi.

La diarrea osmotica

Per comprendere il funzionamento di questo tipo di diarrea, è necessaria una premessa di tipo fisico.

L’acqua, in presenza di una barriera semipermeabile (come quella intestinale), non si sposta per conto proprio, ma lo fa seguendo i soluti che si trovano da una o dall’altra parte dell’intestino. Poiché il materiale intestinale è una soluzione, cioè acqua in cui è disciolto qualcosa, l’acqua viene attratta dalla parte della barriera in cui i soluti sono più concentrati. Questo processo che si chiama osmosi.

Se non avete capito bene il concetto, faccio un esempio semplice. Prendete una prugna secca e mettetela in una bacinella d’acqua. Dopo qualche ora si sarà nuovamente gonfiata, reidratata: questo accade perché la concentrazione di soluti all’interno della prugna è molto più alta rispetto alla concentrazione nell’acqua della bacinella. Per riequilibrare la concentrazione, i soluti presenti nella prugna (che è una barriera semipermeabile) attirano a sé acqua.

Una semplice spiegazione del funzionamento dell’osmosi. La barriera semipermeabile, in rosso, permette lo spostamento dell’acqua ma non dei soluti: in questo modo, l’acqua si sposta in modo non omogeneo (come avverrebbe normalmente), bensì in base alla concentrazione del soluti. L’equilibrio è rappresentato dalla situazione in cui i soluti hanno la stessa concentrazione da entrambe le parti della barriera.

Nell’intestino succede la stessa cosa. Normalmente il sangue, più “forte” del materiale intestinale, perché ha i soluti più concentrati, attira acqua nei vasi sottraendola all’intestino, fino a un certo punto, quello in cui le feci sono abbastanza concentrate da equilibrarsi. Questo fa sì che le feci abbiano la consistenza che conosciamo.

Se, tuttavia, nelle feci sono presenti materiali che attraggono di più, l’acqua rimane nell’intestino, e non verrà assorbita, causando diarrea.

E’ un effetto puramente meccanico, che non implica la presenza di alcun patogeno o di alcun alimenti che abbia causato una reazione avversa, allergia o intolleranza. Per mostrare che si tratta di un effetto meccanico, ho fatto un esperimento inserendo del comune sale da cucina (un alimento concentratissimo di soluti… non c’è acqua) e un alimento con una concentrazione inferiore, una patata. Ho scavato la patata, ci ho messo dentro del sale e ho lasciato senza toccare per un po’ di ore: il risultato potete vederlo nel video seguente, in cui… ho fatto “venire la diarrea” alla patata!

Cause tipiche di questo tipo di diarrea sono soprattutto quelle alimentari, ma attenzione: non le reazioni avverse al cibo, che hanno un meccanismo d’azione diverso. Insomma, se c’è questo tipo di diarrea il cane o il gatto non hanno mangiato nulla che “gli ha fatto male”, ma probabilmente hanno mangiato troppo o hanno qualche problema legato a una patologia sottostante che ha causato problemi digestivi. Tra i problemi che possono causare una diarrea osmotica:

  • Un eccesso di carboidrati (che attirano acqua): la capacità di digestione del cane è bassa, quella del gatto ancora più rispetto al cane. L’eccesso di carboidrati indigeriti nell’intestino attira acqua e causa diarrea. A tal proposito, attenzione: se il cane o il gatto ha la diarrea non date il riso e le patate lesse. I nostri animali digeriscono poco i carboidrati, e questo li porta indigeriti nell’intestino dove attirano acqua. Così la diarrea osmotica si aggiunge alla diarrea (anche di altra natura) che era già presente nell’intestino, peggiorando la situazione.
  • L’eccesso di fibre insolubili (troppi alimenti di origine vegetali che cane e gatto non riescono a digerire; la quota di vegetali della dieta va stimata in base alle necessità di fibra del singolo animale, che variano da un animale ad un altro!)
  • La presenza di sostanze indigerite per scarsa digeribilità (ad esempio le proteine di origine vegetale, un eccesso di cartilagini nell’alimentazione che sono rimaste indigerite)
  • Le patologie che causano disturbi di digestione, come l’insufficienza pancreatica, l’insufficienza epatica o qualunque causa che comprometta il normale meccanismo di digestione.

La risoluzione dipende dalla causa, ma è il tipo di diarrea che si può risolvere adeguando l’alimentazione alle reali necessità del cane o del gatto (tra l’altro il cambio alimentare improvviso, non graduale, soprattutto con i croccantini, causa proprio questo tipo di diarrea). In caso di patologie, invece, bisogna risolvere la patologia che causa maldigestione.

E’ tuttavia un tipo di diarrea che è di semplice risoluzione: non servono cure particolari, è sufficiente togliere l’alimento che ha l’effetto osmotico per risolvere il problema. Alimento che, naturalmente, va individuato.

La diarrea secretoria

La diarrea secretoria è, di base, una diarrea simile a quella osmotica, con la differenza che il processo è attivo e non passivo.

Nella diarrea osmotica, infatti, gli elettroliti attirano acqua passivamente nell’intestino, impedendone il normale assorbimento; nella secretoria è la parete intestinale a inviare acqua nell’intestino, causando la diarrea.

Ma perché l’intestino, ad un certo punto, inizia a buttar fuori acqua della sue pareti?

I motivi sono in realtà tantissimi, e devono essere approfonditi. Tra queste ci sono danni intestinali, che possono essere dovuti a infiammazioni, infezioni da alcuni batteri, infiammazioni di natura non infettiva (come le allergie alimentari, che sfruttano proprio questo meccanismo) o anche delle neoplasie; alcuni batteri, poi, producono tossine in grado di spingere l’intestino ad espellere acqua. Qualche che sia la causa, tuttavia, l’intestino attiva i suoi meccanismi di difesa.

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Il meccanismo di difesa non è specifico per causa ma, anzi, è generico, e si basa su questo comportamento particolare: invece di assorbire i sali minerali, come farebbe normalmente, li getta nell’intestino. E poiché l’acqua segue i sali, anche l’acqua finisce dal sangue nell’intestino. La logica è quella di far scorrere più velocemente il materiale nell’intestino e, in questo modo, cercare di far uscire dall’intestino stesso il prima possibile la causa dell’infiammazione.

L’intestino secerne attivamente acqua nello spazio interno, dove passano gli alimenti, per cercare di allontanare il più velocemente possibile le cause dell’infiammazione.

Questo processo ci permette di capire due cose fondamentali:

  • La “logica dell’intestino” è quella di cercare di espellere quanto prima l’agente patogeno, per riportare la situazione alla normalità;
  • Ci spiega perché la maggior parte delle diarree terminano da sole dopo una o due giorni: a volte il meccanismo non è utile (magari perché c’è un’infiammazione cronica), ma nella maggior parte dei casi lo è e funziona alla perfezione: “butta fuori” il patogeno, che smette di causare infiammazione, e tutto torna alla normalità.

L’intestino, però, ha questo comportamento indipendentemente dalla causa della diarrea, che deve quindi essere scoperta per evitare che la situazione possa peggiorare; in alcuni casi, quelli più gravi, può essere necessaria la terapia reidratante, con la flebo, perché è uscita troppa acqua dall’organismo e l’animale rischia di veder aggravare la situazione ed arrivare ad una disidratazione.

Al termine dell’articolo una serie di raccomandazioni per capire cosa fare in caso si presenti una diarrea di questo tipo: è comunque sempre opportuno evitare le soluzioni fai-da-te, in particolare gli addensanti fecali: infatti, se li utilizzate, risolverete quasi sicuramente il problema della diarrea, ma non necessariamente state facendo del bene al cane e al gatto. Se, infatti, la diarrea non continua e il patogeno non viene espulso, continuerà a rimanere lì e si moltiplicherà. Questo può causare un peggioramento della situazione generale.

La diarrea essudativa o da alterata permeabilità

La terza condizione che causa la diarrea è meno frequente, ed è anche una delle più gravi; solitamente è conseguenza di una condizione acuta molto grave (diarrea con sangue, solitamente) o di un problema cronico, che si protrae da molto tempo (attenzione: potrebbe essere una conseguenza di comportamenti sbagliati attuati per le diarree di cui sopra!).

La base è questa: cosa succede se l’intestino non riesce a difendersi da ciò che sta creando dei danni al suo interno, di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente? Succede che la mucosa verrà danneggiata, e il danno può essere grave a tal punto che i vasi sanguigni rimangono “scoperti” e ciò che si trova al loro interno viene riversato nell’intestino.

Una progressione di patologia intestinale, in due parti dell’intestino (ileo, riga superiore, colon, riga inferiore). La colonna 1 mostra un intestino sano. Nella colonna 2 si perde la parte superiore dell’intestino (microvilli), nella colonna 3 invece c’è un’erosione delle strutture più grandi e allungate (villi). Nella colonna 4, la superficie dell’intestino è quasi completamente persa, mentre nella colonna 5 le cellule che normalmente si trovano negli strati più profondi, più bassi, si riversano nell’intestino.

Questa situazione ha, generalmente, manifestazioni più gravi rispetto alla diarrea secretoria: tra le cause reazioni allergiche molto forti, batteri intestinali particolarmente dannosi, batteri non sensibili all’antibiotico che è stato somministrato dal veterinario (attenzione: non tutti gli antibiotici agiscono contro tutti i batteri, per cui può essere necessaria una particolare indagine detta antibiogramma per riuscire a risolvere!), e poi  virus, ulcere, erosioni, infestazioni parassitarie molto pronunciate, possono causare questo tipo di diarrea.

La diarrea può essere acquosa se il danneggiamento è solo superficiale (quindi non sono interessati i vasi sanguigni), ma si può aggiungere anche il sangue se sono danneggiati i vasi e i globuli rossi finiscono nell’intestino.

In questo caso è quantomai importante capire la causa della diarrea per trovare una soluzione. Le soluzioni fai-da-te, infatti, in questo caso potrebbero portare a danni irreversibili, ed è quindi necessaria solitamente la terapia farmacologica più adatta oppure una terapia nutrizionale specifica, da attuare tramite il consulto specifico con un Medico Veterinario che si occupa di nutrizione.In alcuni casi, può essere necessaria una visita gastroenterologica in cui il Veterinario può effettuare enteroscopie (visualizzare l’intestino con un endoscopio, attraverso una telecamera), eventualmente con biopsie (prelievo di una piccola parte della mucosa per l’osservazione al microscopio), per capire di più sulla natura della patologia.

La diarrea da alterata motilità

L’ultimo tipo di diarrea è un po’ diversa dalle precedenti, nonché più rara, perché dipende da problemi di movimento intestinale che non riguardano direttamente ciò che succede nell’intestino; le diarree precedenti sono una conseguenza di questa quarta tipologia.

In pratica, a causa di problemi motori, legati a varie strutture tra cui la muscolatura liscia intestinale, i vasi sanguigni che nutrono l’intestino, problemi ai nervi che stimolano l’intestino a muoversi oppure per la presenza di neoplasie, l’intestino può iniziare a far scorrere l’alimento più o meno velocemente rispetto al normale.

Se si muove più velocemente non da il tempo materiale di riassorbire acqua ed abbiamo la diarrea, mentre se scorre lentamente ed altera la digeribilità degli alimenti questi possono, permanendo nell’intestino, causare una diarrea osmotica ed avremo, comunque, la diarrea. Un’altra possibilità è che il materiale indigerito possa rimanere per più tempo del normale nell’intestino, essere fermentato da batteri che possono produrre sostanze tossiche e portare, così, ad una diarrea essudativa o secretoria.

Sono tra le situazioni più difficili da diagnosticare e richiedono solitamente indagini gastroenterologiche specifiche per individuarne la causa, che difficilmente dipende dalle infezioni o dall’alimentazione ma può dipendere da neoplasie, problemi di natura nervosa o malattie endocrine. La presenza di questo tipo di alterazione può essere vista attraverso un’ecografia addominale, che mostra visivamente l’aumento o la diminuzione della velocità di movimento intestinale.

Cosa fare (e cosa NON fare) in caso di diarrea?

Come abbiamo visto nell’approfondimento sui diversi meccanismi, la diarrea è un sintomo che dipende essenzialmente da un problema intestinale, che però ben poco dice sulla causa della diarrea.

Essenziale è quindi la visita veterinaria che in base allo stato delle feci, dell’organismo del cane o del gatto (E’ disidratato? E’ abbattuto? Mostra altri sintomi? Ci sono rumori nell’apparato digerente? C’è anemia? Sono tutti rilievi che solo un Medico Veterinario alla visita clinica può individuare), al tempo per cui la diarrea si è manifestata, al fatto che la diarrea ci sia già stata o che ci sia per la prima volta, ai trattamenti antiparassitari o antibiotici già fatti, si orienterà sulla terapia migliore nella vostra situazione.

Una terapia errata, tra cui il fai-da-te, non solo è completamente inutile, ma può anche peggiorare la situazione perché, per esempio, se si addensano le feci quando c’è necessità di un antibiotico si “maschera” la diarrea per qualche giorno ma i batteri patogeni continuano a proliferare, e la diarrea si ripresenterà, a distanza di qualche giorno, più violenta e grave, accompagnata nel caso da altri sintomi.

Per questo mi sento di dare, in conclusione, una serie di raccomandazioni importanti in presenza di diarree:

  • Valutare lo stato della diarrea, per capire se le feci abbiano semplicemente perso un po’ di consistenza ma siano ancora, tutto sommato, normali, o ci siano proprio delle feci liquide. La solidità è uno degli indici che permette di capire quanto la patologia sia grave.
  • Se la diarrea non è grave, ma le feci hanno perso semplicemente un po’ di consistenza (quindi non sono del tutto liquide), il consiglio è di aspettare almeno un giorno per verificare se la diarrea sia autolimitante, se l’intestino riesca quindi a risolvere il problema per conto proprio;
  • Valutare lo stato di salute generale del cane o del gatto: se salta, gioca e non sembra avere particolari problemi si può appunto aspettare un giorno. Se, invece, siamo di fronte a un cucciolo o ad un anziano è sempre importante rivolgersi al veterinario, perché le difese immunitarie tendono ad essere meno efficienti in queste due categorie.
  • Se dopo 1-2 giorni la diarrea non rientra, effettuate comunque una visita veterinaria dal vostro veterinario di fiducia anche se il cane o il gatto sta apparentemente bene.
  • Non utilizzate subito gli addensanti fecali. Usandoli (sia come prodotti commerciali che come alimenti singoli, come Psyllium o carote lesse) risolverete quasi subito il problema della diarrea, ma non necessariamente state facendo un favore al cane e al gatto. Se la diarrea non continua e un eventuale patogeno non viene espulso, continuerà a rimanere lì e si moltiplicherà, complice proprio l’addensante che ha impedito il normale lavoro dell’intestino. Questo significa che al termine della somministrazione dell’addensante non solo non avrete risolto nulla, ma è possibile anche che il problema sia peggiorato!

Addensare le feci usando addensanti naturali, come la pectina presente nella carota (zuppa di carote) non è sempre una buona idea. Perché è vero che se la diarrea è autolimitante, magari ha causa osmotica, si risolve, ma di contro se il problema che causa la diarrea è di natura infettiva, cosa piuttosto frequente, rischiate di “nascondere” la diarrea per qualche giorno impedendo anche l’espulsione del patogeno. Per cui lui rimarrà lì e avrà tutto il tempo di peggiorare la situazione… ma voi non lo saprete, perché l’addensante “maschera” la diarrea! Gli addensanti fecali, anche semplici come questo, vanno utilizzati solamente sulla base di una precisa indicazione veterinaria.

  • A meno che abbiate introdotto un nuovo alimento da qualche giorno (in questo caso potreste avere una reazione avversa, quindi dovete tornare all’alimentazione precedente) non cambiate alimentazione. Se il cane, o il gatto, sta mangiando quello che ha sempre mangiato, difficilmente il problema sarà l’alimento. Anzi, inserire un nuovo alimento è rischioso per due motivi: da un lato potrebbe causare a sua volta una reazione (quindi causare diarrea anche lui), dall’altro potrebbe non essere digerito e causare così una diarrea osmotica. Il cambio alimentare si fa solamente quando sono state escluse altre cause di diarrea. Se sospettate che un nuovo alimento abbia causato il problema, reintroducete la vecchia alimentazione e il problema dovrebbe risolversi nel giro di un giorno. Se non si risolve, il problema non era quello, e dovete rivolgervi al Medico Veterinario.
  • Il digiuno può essere d’aiuto per evitare nuovi episodi di diarrea, quindi può essere utile saltare un pasto (12 ore di digiuno) oppure, per chi segue un’alimentazione casalinga, rimuovere le verdure e le fonti di carboidrati lasciando solamente la carne, più digeribile degli altri alimenti.
  • Non tutti i probiotici (a volte detti, impropriamente, “fermenti lattici”) sono uguali. Utilizzateli solamente se sono stati prescritti (anche in precedenza) dal vostro veterinario di fiducia. Un probiotico sbagliato può causare sia reazioni avverse (trattandosi comunque di un alimento), sia alterare la microflora intestinale peggiorando così lo stato della diarrea. Non usate probiotici ad uso umano, se non su indicazione veterinaria, perché i batteri presenti nell’intestino dell’uomo sono diversi da quelli dell’intestino degli animali, e potrebbero peggiorare la situazione.
  • Non usate farmaci se non sotto prescrizione medico veterinaria. Tanto più se sono farmaci umani. Oltre a non risolvere, rischiereste di provocare una resistenza agli antibiotici, con la moltiplicazione di batteri resistenti che possono diventare molto difficili da eliminare.

 

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